«Non apprezzo l'idea che facendo sciacallaggio sulle inefficienze della sanità si possano guadagnare voti, offendendo la dignità di Napoli e una...
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E il governatore ha parlato di "sciacallaggio" anche in termini più ampi. «Sono sconcertato, in questi 10 anni i veri protagonisti dello sciacallaggio sono stati i 5 Stelle» ha detto De Luca commentando le affermazioni del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e dell'esponente del M5S Alessandro Di Battista nei confronti dei giornalisti dopo l'assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi. «Se io dovessi raccontare quanti atti di sciacallaggio hanno fatto sui giornali, nelle piazze, nelle istituzioni sul tema della giustizia.... Potrei parlare di me e di tutti i cittadini. Quanto sciacallaggio, volgarità e aggressioni - ha aggiunto - sono state messe in atto a volte per un avviso garanzia, per autentiche stupidaggini. I protagonisti dello sciacallaggio in questo Paese si chiamano 5 stelle. E devono solo fare autocritica di fronte all'Italia». De Luca ha spiegato che «sulla vicenda della Raggi c'è stata questa ondata di vittimismo, di santificazione, glorificazione. È stata chiamata a rispondere in un processo e i magistrati hanno ritenuto che non ci fosse abuso. Punto. Finiamola lì, vogliamo fare una santificazione o beatificazione del sindaco di Roma? Al di là di questo processo, abbiamo davanti agli occhi una capitale d'Italia penosa per le condizioni di cui è stata ridotta. Questa è un'altra forma di sciacallaggio politico-istituzionale»
Altro tema caro a De Luca, la sicurezza. «La Campania lancia al governo un messaggio di assoluta consapevolezza che bisogna rispondere alla paura dei cittadini, i quali hanno paura. Chi non riesce a cogliere, interpretare e dare risposta alla paura dei cittadini non merita di governare il Paese» ha aggiunto il governatore nel corso della presentazione della conferenza nazionale «Sicurezza e legalità» in programma a Napoli dl 16 al 18 novembre. Il governatore ha sottolineato che alla tre giorni a Napoli, alla quale parteciperanno anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, «offriremo una base di riflessione e analisi del fenomeno più ampia e approfondita mai offerta al governo italiano». De Luca ha lanciato l'allarme sul tema, ricordando che «quando si arriva - ha detto - oltre una certa soglia di insicurezza percepita, le persone normali sono disponibili a rinunciare perfino a pezzi di libertà pur di garantirsi la sicurezza».
Altro punto dolente, la terra dei fuochi. «Gran parte dei roghi di rifiuti che ancora oggi vengono accesi deriva più che dallo sversamento di rifiuti familiari dallo sversamento di rifiuti di lavorazioni industriali da parte di centinaia di fabbriche che lavorano in nero». «Queste aziende - ha detto - non possono fatturare neanche l'acquisto delle materie prime. Su questo tema serve un intervento multidisciplinare, con guardia di finanza, Inps, ispettorato del lavoro ma bisogna anche ricordarsi che impatta con un problema sociale, con il lavoro, sia pure lavoro in nero, che ha una ricaduta sulla vita delle famiglie. È necessario per combattere il fenomeno un controllo ambientale, perché un'intera economia criminale in Campania ha lucrato sull'ambiente e sulla gestione dei rifiuti».
Infine un discorso su criminalità e immigrazione. «Ci sono mafie extracomunitarie autonome perfino dalla nostra camorra. Alcune componenti di immigrati nigeriani e ghanesi stanno creando organismi criminali autonomi e autogestiti». E' questo l'allarme lanciato dal presidente della Regione Campania. «Il fenomeno dell'immigrazione - ha detto De Luca - richiede una valorizzazione sui due aspetti irrinunciabili: principio di umanità ma anche di rigore assoluto nei confronti di fenomeni delinquenziali legati a componenti di extracomunitari, senza fare generalizzazioni ma neanche chiudendo gli occhi in un momento in cui ci sono extracomunitari dell'Est europeo specializzati in furti in appartamenti e spaccio di droga da parte di immigrati africani». De Luca ha anche criticato una parte dei provvedimenti del del governo sul tema dei richiedenti asilo: «Non credo che avremo più sicurezza - ha detto - abbandonando a loro stessi decine di migliaia di giovani extracomunitari, il sistema funziona se una volta usciti dai centri di accoglienza, poi avviene davvero il rimpatrio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino