De Magistris-Lettieri, duello ​tra piazze piene e ultimi veleni

De Magistris-Lettieri, duello tra piazze piene e ultimi veleni
Toccherà inventare il «piazzometro», il misuratore di densità delle piazze per poter anticipare il verdetto delle urne. Meglio desistere, in fondo...

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Toccherà inventare il «piazzometro», il misuratore di densità delle piazze per poter anticipare il verdetto delle urne. Meglio desistere, in fondo è solo un gioco. Però viene da chiedersi: ha vinto Dante o la Madonna del Carmine? La piazza di Luigi de Magistris o quella di Gianni Lettieri? La piazza della sinistra che strizza l'occhio alla borghesia e a quello che un tempo era definito il ceto medio riflessivo o la piazza popolare che l'occhio lo strizza alla borghesia imprenditrice e del commercio? Due feste, due piazze, due Napoli, anzi un'unica Napoli con le sue mille facce. Due idee di città a misurarsi però con le canzoni, con lo spettacolo, con un pubblico più che non gli elettori. La campagna per Palazzo San Giacomo aveva fretta di scrivere una provvisoria parola fine. Senza aspettare l'ultimo giorno, i due candidati ballottanti si sono voluti sfidare di giovedì. Forse per evitare il venerdì 17? Chi lo sa, un po' di scaramanzia non guasta. Tanto la propaganda non finisce mai, tra i social network e il «casa per casa», «vicolo per vicolo», «bottega per bottega» si va avanti fin oltre la giornata di riflessione e pure, s'è visto, oltre la stessa giornata del voto. O forse non ci si voleva sovrapporre a Italia-Svezia. O forse, più concretamente, bisogna trovare la quadra tra gli impegni degli artisti che hanno fatto da testimonial.

 
La serata regalava poca frescura, dopo una giornata di bafuogno asfissiante, mandata avanti sotto una cappa grigia. Ma chi si doveva scatenare s'è scatenato, ciascuno con i propri idoli e i propri riti. A piazza Dante è salita sul palco una bella fetta del sound newpolitano: dalla Nuova Compagnia, Eugenio Bennato, Pietra Montecorvino e James Senese a Clementino e Jovine. Freestyle e tradizione, ma pure un mito dello sport come Patrizio Oliva, un collaudato comico come Alan De Luca e uno scrittore di successo come Maurizio de Giovanni. Tra caffè letterari, che si sono concessi lo straordinario, e una spruzzata di sbandierante meridionalismo autonomo, identitario e brigantesco si ritrovava quella parte della città che si oppone, ma, in fondo in fondo, non ha molto da lamentarsi. Prima che i big sfilassero e le loro esibizioni fossero intercalate dalle parole del sindaco (accompagnato nel backstage dalla rassicurante presenza della moglie, Maria Teresa Dolce), si sono alternati un po' di gruppi di riscaldamento, come se non bastasse l'afa. Bisognava scavallare, anche se di poco, la mezzanotte. E la piazza disegnata da Gae Aulenti si è riempita fino all'imbocco di Toledo con gente arrampicata sul niveo piedistallo del Sommo Poeta. 
 
A piazza del Carmine, all'ombra del campanile barocco ancora imbracato, la scena era invece più napulegna. È la piazza della devozione e del commercio che resiste, del mastodontico e oppressivo palazzo Ottieri e degli addii a Totò e a Mario Merola. Ieri, sembrava che si celebrasse proprio cuore popolare. Lo si sentiva battere con Gigi Finizio, Rosario Miraggio, i Ditelo Voi, Serena Autieri, il tronista Amedeo Andreozzi. Molte criniere alla Genny Savastano ciondolavano sottobraccio, le ragazzine in prima fila avevano preso a intonare, già due ore prima che cominciasse la festa, le canzoni del loro Gigi (Finizio). In tante non avevano l'età, del voto. Ma poco più in là, apparentemente disincantate, le mamme le sorvegliavano con la coda dell'occhio e loro al seggio possono andarci. Quando è partito un video sulle note di «Napule è» con le immagini di Massimo Troisi e del 36mo gol di Higuain s'è capito dove si andava a parare: un'overdose di napoletanità pronto-cassa che invocava e otteneva l'applauso, scatenando l'inevitabile coro: «Un giorno all'improvviso». Intanto, gli immancabili ambulanti con birre e cocacola hanno dissetato chi indugiava appena appena appartato, addentando zeppole e panzarotti. Tutto congiurava a fare della festa elettorale un anticipo della festa religiosa della Mamma Bruna che anche quest'anno dovrà rinunciare all'incendio del Fra Nuvolo. A rimpinguare il pubblico è arrivato persino un pullman, mentre le teen-ager tutte rossetto e tatuaggio, quando si sono viste di fronte il tronista, non chi hanno visto più: «A-me-deo, A-me-deo».


E la politica, la politica? Tutto s'è ridotto a un ennesimo lancio di palle avvelenate, prima, durante e dopo. De Magistris ha rivolto il solito appello: «Votate me perché ho le mani pulite». Lettieri, a distanza, ha replicato secco: «A me più che l'amministrazione dalle mani pulite quella uscente sembra la banda delle coscienze sporche».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino