Debito Comune di Napoli, si muove la Cassa depositi e prestiti: «Il rilancio in tre mosse»

Debito Comune di Napoli, si muove la Cassa depositi e prestiti: «Il rilancio in tre mosse»
L'agenda degli incontri tra Comune e Governo è in costruzione e ruota intorno all'affinamento delle proposte di Palazzo San Giacomo all'Esecutivo nazionale su...

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L'agenda degli incontri tra Comune e Governo è in costruzione e ruota intorno all'affinamento delle proposte di Palazzo San Giacomo all'Esecutivo nazionale su come ammortizzare il debito. Ieri l'assessore competente e la sua squadra - sotto l'occhio vigile del sindaco Gaetano Manfredi - hanno rimesso a punto i dossier che in questa settimana torneranno sulle scrivanie del Mef. La pista calda in questo momento riguarda la posizione di Cdp - acronimo che sta per Cassa depositi e prestiti - il cui ruolo nella vicenda di Palazzo San Giacomo potrebbe essere determinante per quello che riguarda il patrimonio immobiliare. Cdp, del resto, su Napoli è già molto attiva. Basta pensare alla ex Manifattura Tabacchi di Gianturco interamente di sua proprietà dove è in essere un progetto da 650 milioni con 6500 nuovi posti di lavoro. Si tratta nella sostanza di un quartiere ex novo da costruire. CdP sta verificando altri due obiettivi. Il primo è il Molo San Vincenzo di proprietà del ministero della Difesa. Sono anni che si parla di una rifunzionalizzazione di sito interamente sul mare. Manca però l'accordo con il proprietario e al riguardo sono in corso interlocuzioni che potrebbero sbloccare la situazione. Il terzo punto è Palazzo Fuga, al centro degli interessi del ministero del sud e della cultura oltre che del Comune. Addirittura qualche anno fa l'ex sindaco Luigi de Magistris lo inserì nel patrimonio da vendere - decisione poi ritirata - annunciandolo nella delibera di bilancio e come acquirente figurava proprio CdP. L'Istituto bancario - tuttavia - dovrebbe sostenere il Comune soprattutto nella vendita di quei cespiti messi già sul mercato da tempo e che invece sono rimasti invenduti. Un percorso ben avviato quello del Comune con CdP ma per nulla chiuso. In Comune ci puntano moltissimo con il sostegno di pezzi di Governo che si stanno muovendo perché l'obiettivo è evitare il dissesto che sarebbe per la città una autentica iattura. 

Qualunque sia l'esito del discorso con CdP e il Mef tutto passa per la legge di bilancio cioè con la presentazione di un emendamento alla legge stessa. Nel giro di due settimane si inizierà a capire chi lo presenterà e cosa contiene. Il tema - nella sostanza - è politico ed è abbastanza spinoso. Perché intanto manca un relatore non c'è accordo tra Pd, M5S e centrodestra. I primi due partiti sono quelli che dovrebbero portare avanti il caso Napoli perché firmatari del Patto per Napoli. Se non c'è un relatore chi si assumerà l'onera di portare all'attenzione del Governo la situazione di Napoli e degli altri comuni in difficoltà? Il calendario di presentazione degli emendamenti è questo. Entro il 29 scade il termine di presentazione degli emendamenti da parte dei parlamentari. Da quel giorno in poi la palla passa nelle mani del relatore della legge che non c'è e del Governo. Che potrebbe presentare un emendamento alla legge. Va da sè che in questo caso la strada che porta al salva Napoli diventa ancora più in saluta. L'emendamento secondo il Comune dovrebbe contenere tre linee guida: il commissario per la gestione del debito che ammonta a 5 miliardi, una iniezione di liquidità dal valore di almeno 600 milioni e il coinvolgimento appunto di CdP. 

In questo contesto Manfredi progetta e guarda al rilancio di Napoli, che passa anche per il suo patrimonio artistico e culturale da valorizzare. E ieri al riguardo ha ricevuto la visita di Gigi D'Alessio - non si è parlato della festa di fine anno - artista e cantautore napoletano di livello. A Palazzo San Giacomo ha portato un progetto per la città inerente il suo campo: la musica.

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Il Mattino