Tornano «a casa» cinquanta importanti dipinti ex voto (databili tra il XV ed il XX secolo) sottratti illecitamente da luoghi di culto delle Diocesi di Napoli,...
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«È stato un lavoro eccezionale – afferma il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe – fatto in sinergia con le diocesi che oggi tornano a beneficiare di questi importanti elementi di devozione popolare. Proprio grazie a questi supporti possiamo farci una idea di quanto sia importante e produttiva la fede di chi, in qualsiasi momento della vita, si è trovato in difficoltà ed in situazioni di particolare bisogno. Anche per questo costituiscono un bene che appartiene a tutta la comunità cristiana. La cerimonia di oggi assume un valore importante che fa onore ai Carabinieri e restituisce dignità ai credenti».
Era il settembre 2015 quando, nel corso di un controllo di una mostra a Milano, l'attenzione dei militari fu attratta da oggetti con caratteristiche riconducibili a quelle di opere realizzate per luoghi di culto. Il sequestro l'anno successivo, coinvolse oltre 6.000 dipinti sottratti tra il 1940 ed il 1970 in Italia ed all'estero e custoditi in due musei: uno lombardo e l'altro piemontese.
«594 di questi 6.000 dipinti – dichiara il maggiore Francesco Provenza Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Monza – sono stati restituiti agli Stati Uniti Messicani, mentre la restante parte alle diocesi italiane a cui appartenevano. Sono tutti dipinti realizzati su supporti di fortuna come la tela o il legno e quindi non di grande fattura. Il valore reale di queste realizzazioni è quello devozionale e quindi di grande rilevanza per la chiesa ed i suoi fedeli. Molti di quelli realizzati in Messico, ad esempio, sono su lamiera e questo ci restituisce l'idea della loro importanza. Una serie di opere che ci ha fatto grande piacere restituire ai suoi legittimi proprietari».
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Il Mattino