La dose di marijuana che passa di mano in mano. Il rapido scambio droga-soldi avviene proprio davanti ai carabinieri, in strada. Due giovanissimi che si incontrano: chi ha deciso...
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«Tabula Rasa» sui Monti Lattari: sequestrate 5.500 piante di canapa indiana
LA DIRETTISSIMA
Il giovanissimo pusher, incensurato, adesso è agli arresti domiciliari. Questa mattina sarà in tribunale a Torre Annunziata per la convalida dell’arresto e la direttissima: dovrà difendersi dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, con l’aggravante della cessione di droga ad un minorenne. Il suo cliente, ancora più giovane di lui e già assuntore di droga, è stato segnalato alla Prefettura di Napoli: non ha ancora 17 anni. Poco più di un anno fa, proprio da Casola era partita una delle più importanti retate contro i narcos della marijuana, che avevano «delocalizzato» parte del business delle piantagioni nel Salernitano. A capo del gruppo, secondo la ricostruzione degli investigatori, c’era Antonino Di Lorenzo, ucciso a fine estate sotto casa sua, in un vicoletto che collega la «selva» al centro di Casola. Il gruppo era riuscito a coinvolgere anche a San Rufo (Salerno) un altro incensurato insospettabile, figlio del sindaco del piccolo centro del Cilento. Durante le intercettazioni degli investigatori, era emerso che il 27enne Antonio Marmo aveva chiesto di poter acquistare una pistola, da uno degli uomini del gruppo di Casola che si era trasferito proprio a San Rufo per il controllo di alcune piantagioni di canapa indiana. I controlli antidroga sono ripresi tutte le notti già a partire da capodanno nei quartieri dove solitamente i pusher sono più attivi. Come al rione Savorito, a Castellammare, dove lo spaccio è ripreso, nonostante i capi – i fratelli Salvatore e Michele Imparato – siano in carcere da mesi. La scorsa notte, in un vano ascensore di una delle palazzine del «bronx Faito», i carabinieri hanno trovato 35 dosi di coca e 135 di marijuana. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino