Soldati, nuove norme, stanziamenti e droni per la Terra dei Fuochi. Raddoppiano i militari che saranno inviati in Campania per presidiare gli impianti di stoccaggio dei rifiuti...
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Ma la rivoluzione più incisiva arriverà probabilmente dalle nuove norme che il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sta mettendo a punto. Sarà varato infatti un testo ad hoc denominato «Terre dei Fuochi» con un inasprimento deciso delle pene. Agli imprenditori che gestiscono aziende a rischio ambientale sarà richiesto dallo Stato il versamento di fideiussioni a garanzia nel caso dovessero verificarsi danni all’ecosistema.
IMPIANTI A RISCHIO
Nuove misure e nuovi strumenti, ma non si partirà da zero. Il fenomeno dei roghi dei rifiuti è però completamente mutato negli ultimi tempi: se fino a qualche anno fa la situazione era disastrosa per gli incendi dolosi che divampavano in piccole discariche abusive, in strada e nelle adiacenze dei campi rom, ora il problema maggiore è rappresentato dagli incendi appiccati negli impianti. Un fenomeno non più solo campano, ma che riguarda l’intero territorio nazionale. Una situazione esplosa in seguito alle maggiori difficoltà di trasportare all’estero alcune tipologie di rifiuti dopo la chiusura di vari Paesi – Cina in testa – che non vogliono più trattare la spazzatura prodotta in Italia. Correlazioni certamente non casuali su cui sono al lavoro diverse procure nazionali. Ne ha parlato ieri anche il governatore, Vincenzo De Luca. «Sul cronoprogramma dello smaltimento delle balle di rifiuti – ha spiegato il presidente della Regione – siamo in ritardo di almeno 10 mesi». De Luca ha pure annunciato per gennaio la costruzione di un impianto di compostaggio per trattare i rifiuti umidi che sorgerà a Pomigliano e ricordato che la nuova legge regionale non prevede altri termovalorizzatori. «Se non vogliamo questi – ha però puntualizzato il presidente campano - dobbiamo realizzare almeno 10 o 15 impianti di compostaggio per il trattamento dell’umido».
I MILITARI
Intanto, in attesa di quanto farà il governo, nelle due principali prefetture, a Napoli e Caserta, è stato stilato – su input del Viminale - un elenco dei siti ritenuti più a rischio che saranno costantemente vigilati dai militari inviati da Roma. Si tratta di 280 siti individuati in provincia di Caserta e circa 300 nel Napoletano. «Nel solo anno in corso - spiega il viceprefetto incaricato alla Terra dei Fuochi, Geraldo Iorio – abbiamo effettuato circa 360 controlli in aziende e ben 194 di queste sono state sequestrate». Un dato che fa ben comprendere quanto siano diffuse le cattive pratiche nello smaltimento di rifiuti anche da parte dei privati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino