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Treni fermi, stazioni chiuse, uffici pure: il trasporto pubblico locale che fa capo all'Eav, quindi Circumvesuviana, Cumana e Circumflegrea, ex Metrocampania Nordest e autobus, si fermerà lunedì 10 ottobre. È stato indetto, infatti, uno sciopero dalle 9 alle 13: fatte salve le fasce di garanzia, previste dalla legge per evitare il black out totale, sono a rischio tutte le corse di quella fascia oraria. L'adesione dei lavoratori, infatti, sarà massiccia: lo sciopero è stato proclamato da Cgil, Cisl, UilT Ugl, Cisal, Confail, Orsa ed Usb, cioè da tutte le sigle sindacali presenti in azienda. Si fermeranno i macchinisti e i capitreno, ma anche quadri e funzionari, una circostanza rara dalle parti dell'Eav. Guai in vista per i pendolari, dunque: sarà con ogni probabilità un lunedì nero e i disagi si potrebbero ripercuotere per tutta la giornata, anche se l'astensione terminerà alle 13. Ma le relazioni si fanno aspre tra il personale e l'azienda, visto che il presidente Eav Umberto De Gregorio non usa mezzi termini: «Qui tra Covid e caroenergia rischiamo la sopravvivenza - tuona - e invece mi ritrovo uno sciopero dove ognuno chiede qualcosa in più».
Eav snocciola i dati sulle perdite attuali: il rincaro dell'energia ha creato un extracosto di 20 milioni nel 2022, che viene stimato in 30 milioni nel 2023. A ciò vanno aggiunti 50 milioni di mancati ricavi da traffico da quando è iniziata la pandemia.
Va detto che la normativa che regola lo sciopero dei trasporti in Italia è molto stringente: tra l'annuncio della protesta e l'effettivo stop passano anche dei mesi e la legge invita ad accorpare più rivendicazioni. Ecco perché lunedì la ferrovia si ferma per svariati motivi: dal nuovo accordo sulla manutenzione delle infrastrutture fino all'appalto per la pulizia della stazione di Sorrento, passando per le proteste avanzate dai quadri aziendali e per le problematiche riguardanti la velocità commerciale degli elettrotreni. E ogni sindacato si mostra sensibile ad una particolare tematica, tra le varie in campo. Alfonso Langella, segretario regionale Cisl Trasport, si sofferma sulle infrastrutture: «Negli ultimi anni sono arrivati tanti fondi per la loro riqualificazione, ma continuano ad essere carenti e penalizzare i viaggiatori. Ora si decide di aumentare le attività dei lavoratori, con più turni anche di notte, quando invece si dovrebbe guardare anche agli errori del management».
Sul caro-energia, però, Langella specifica: «Sia chiaro che comprendiamo la questione e chiediamo anche noi allo Stato di intervenire per salvare il tpl. Quando c'è stato da sostenere le scelte di De Gregorio e dell'Eav lo abbiamo fatto, ma qui si pongono altre questioni, sorte da diverso tempo». Decisamente più aggressiva la posizione di Orsa, il sindacato che annovera molti iscritti tra i macchinisti, soprattutto in Circumvesuviana: «Assistiamo a un aumento esponenziale di metodi aggressivi nella gestione del personale da parte di moltissime aziende che, approfittando del momento difficile, provano a schiacciare i lavoratori, non rispettandone i più elementari diritti sanciti dalle leggi, dai contratti collettivi e dagli accordi aziendali».
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Il Mattino