«Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti storici accumulati in Campania, le informazioni disponibili mostrano che le misure adottate per affrontare questo problema...
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Il comitato dei ministri ha sollecitato «le autorità italiane ad attuare senza ulteriori ritardi il piano per rimuovere questo tipo di rifiuti». Un sollecito ripetuto più volte negli anni. Nel 2012 la Corte di Strasburgo aveva condannato e multato l'Italia per aver costretto i cittadini di Somma Vesuviana (che avevano presentato un ricorso) a vivere per mesi tra la spazzatura.
Nell'ultimo documento, infine, esaminando lo stato di attuazione della propria sentenza del 2012, il consiglio ha sottolineato positivamente il trend di crescita della raccolta differenziata, ma, per quanto riguarda lo smaltimento, ha lamentato l'assenza di informazioni dettagliate e aggiornate, invitando le autorità a fornire entro il 16 dicembre nuove notizie, anche sulla capacità degli impianti e le strategie a lungo termine per assicurarne l'efficienza, nonché i meccanismi di monitoraggio. Inoltre, le autorità devono assicurare che i cittadini abbiano la possibilità di fare ricorso contro la cattiva gestione del sistema. Sull'ennesimo richiamo Ue ieri è sceso in campo il presidente della commissione Terra dei Fuochi, bonifiche ed ecomafie del Consiglio regionale, Gianpiero Zinzi: «Le preoccupazioni del Consiglio d'Europa sono condivisibili. Il fallimento del piano di ecoballe è stato annunciato dalla nostra opposizione in Aula, ma neanche dinanzi agli impietosi numeri abbiamo assistito ad un cambio di marcia». «Meglio tardi che mai. Anche in Europa si sono finalmente accorti che l'operazione di smaltimento delle ecoballe in Campania è fallita», il commento del M5S con i consiglieri regionali Maria Muscarà e Vincenzo Viglione. Ma il vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, ha immediatamente replicato: «In evidente affanno di credibilità del movimento di appartenenza, alcuni consiglieri regionali 5 Stelle alimentano il solito chiacchiericcio sulle ecoballe. Questa volta traggono spunto da un banale documento di un organismo burocratico che non c'entra nulla con l'Unione Europea. Non ha nessuna conoscenza aggiornata sul piano di rimozione delle ecoballe, in quanto non ha nessuna competenza in materia e non è interlocutore della Regione Campania, come invece, a ben ragione lo è la Commissione Ambiente dell'Unione Europea. I nostri grandi progressi sono ben conosciuti dall'Unione Europea grazie ai numerosi incontri e report condivisi». Al momento, però, la multa di 120 mila euro al giorno decisa dalla Commissione non è stata ancora ridimensionata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino