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Il garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, in vista della tornata elettorale rivolge un appello alla politica: «Venite in carcere, toccate con mano la realtà della detenzione, preoccupatevene anche se non genera consensi. Dimostrate, candidati, che siete interessati al carcere, a tutte le problematiche che ruotano intorno all'esecuzione penale. Tornate a parlare di giustizia e inserite tra i tanti obiettivi quello di realizzare una riforma della giustizia che riconsideri gli antichi principi della pena già enunciati da Cesare Beccaria».
«Mi dispiace tanto constatare - denuncia Ciambriello - che il tema del carcere e quello della giustizia non sia la priorità di alcuno schieramento, anzi sono temi pressoché assenti.
L'emergenza sanitaria «ha triplicato i problemi in carcere: il disagio di detenuti, degli agenti di polizia e di tutti gli operatori penitenziari è certamente aumentato. La politica perché non pensa a provvedimenti seri di ristoro per loro? So bene che bisogna rispettare il dolore delle vittime, il principio della certezza della pena, ma è necessario anche garantire il diritto alla salute, alla vita. Non si può morire in carcere e di carcere. Mi aspetto che qualcuno dei candidati decida di spendere qualche ora del proprio tempo per visitare gli istituti di pena durante questa campagna elettorale e dire pubblicamente quale strategia lungimirante mettere in campo per migliorare la vita nelle carceri, depenalizzare i reati minori ed investire in misure alternative al carcere. Candidati, dimostrate, insomma, che del carcere e della giustizia vi interessa», conclude il garante campano.
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