Elezioni comunali 2020, incognita astensionismo nella provincia di Napoli laboratorio politico

Elezioni comunali 2020, incognita astensionismo nella provincia di Napoli laboratorio politico
Nelle elezioni in cui le liste civiche dominano la scena, in provincia di Napoli si sono fatti vedere decine di ministri, viceministri, sottosegretari e leader nazionali. Un...

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Nelle elezioni in cui le liste civiche dominano la scena, in provincia di Napoli si sono fatti vedere decine di ministri, viceministri, sottosegretari e leader nazionali. Un paradosso, che complica ulteriormente la lettura di un appuntamento elettorale decisamente singolare, il primo dopo il lockdown e comunque nel bel mezzo di una pandemia, col rischio di un astensionismo alto e una fuga dalle urne dovuta soprattutto alla paura del contagio. Sono 28 i Comuni dove bisognerà rinnovare il consiglio comunale oggi e domani nell'area metropolitana di Napoli. In totale si candidano a sindaco in 90, di questi 14 sono donne. Complessivamente il numero degli elettori arriva a circa 700mila, con un picco a Giugliano in Campania, dove ci sono oltre 100mila abitanti. Due i Comuni piccolissimi: San Paolo Belsito e Casamarciano hanno poco più di 3mila abitanti. Ieri l'apertura dei seggi, che saranno a disposizione degli elettori da stamattina fino a lunedì alle 15: poche tensioni e qualche caso particolare. A Casandrino, per esempio, il commissario prefettizio ha disposto l'obbligo della mascherina anche all'aperto, entro un raggio di 200 metri dai seggi elettorali. A Giugliano, invece, dove pure il Comune è commissariato, segnalazioni di lunghe file per il ritiro dei duplicati delle schede elettorali.


TUTTI I COMUNI DELLA CAMPANIA AL VOTO

Il dato politico più rilevante è senza dubbio la massiccia presenza di esponenti della politica nazionale registrata nel corso della campagna elettorale. Colpa (o merito) soprattutto dell'ormai ben noto laboratorio: la prova di alleanza tra Cinque Stelle e Pd nata nell'estate del 2019 per il governo nazionale e ora sperimentata in diversi centri. È accaduto innanzitutto a Pomigliano d'Arco, città natale del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ed è stata poi ripetuta sia a Giugliano che a Caivano. Un successo del laboratorio in provincia di Napoli configurerebbe scenari nuovi nel resto d'Italia, ed ecco perché tanti rappresentanti del governo sono saliti sui palchi della campagna elettorale. Non solo Di Maio, ma anche Nunzia Catalfo, Sergio Costa, Gaetano Manfredi, Stefano Patuanelli, Laura Castelli (che è viceministro): hanno fatta tappa per lo più a Pomigliano e Giugliano, ma non hanno disdegnato blitz in altri Comuni. A Poggiomarino si è fatto vedere Vincenzo Amendola, mentre a Pomigliano è scesa in campo Elena Bonetti, ministro in quota Italia Viva, a sostegno di una delle coalizioni avverse al laboratorio PdM5S. Del resto, anche Matteo Renzi, Benedetto Della Vedova, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno fatto capolino in tutta l'area metropolitana. A fare da contraltare alla corsa di ministri e leader di partiti c'è, tuttavia, un dato: proprio la sparizione dei partiti. In tutti Comuni, infatti, prevalgono i simboli civici.
 
Resta, in ogni caso, l'incognita sull'affluenza. La campagna elettorale è stata regolamentata da norme ferree sui comizi: posti a sedere, aree transennate, mascherine obbligatorie per chi partecipava. Il risultato è stato una partecipazione inferiore rispetto agli anni passati: niente folle oceaniche e pochissimi faccia a faccia, tenutisi per lo più on line e sui social network. Impossibile, dunque, misurare il polso dell'elettorato come avveniva una volta e, di conseguenza, impossibile fare previsioni sul numero dei votanti. Serpeggia la paura per una possibile fuga dai seggi, anche perché per prevenire il contagio chi andrà a votare dovrà affrontare una trafila piuttosto faticosa, tra sanificazione, mascherina e fila distanziata. La ressa a Giugliano per prendere il duplicato elettorale farebbe immaginare il contrario, ma il rischio astensionismo resta alto.


Le elezioni di oggi e domani, infine, saranno anche quelle che restituiranno un consiglio comunale a diversi Comuni sciolti, per camorra (Caivano e San Gennaro Vesuviano), crisi politica (Poggiomarino, Giugliano e Pompei), inchieste giudiziarie (Marigliano e Sant'Anastasia) o anche decesso del sindaco, come nel caso di Saviano. A San Gennaro, dove la lista è una sola, la sfida è col quorum: deve votare il 50% degli aventi diritto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino