Elezioni Ordine degli Avvocati di Napoli, tra due ex un patto anti-Tafuri

Elezioni Ordine degli Avvocati di Napoli, tra due ex un patto anti-Tafuri
Grandi manovre, anche se rigorosamente sotto traccia. Studi professionali in fibrillazione, calma piatta in Tribunale, dove lo strepito pre-elettorale ha lasciato il passo alla...

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Grandi manovre, anche se rigorosamente sotto traccia. Studi professionali in fibrillazione, calma piatta in Tribunale, dove lo strepito pre-elettorale ha lasciato il passo alla classica melina politica. Due giorni dopo il voto che ha portato alle urne oltre settemila professionisti, lo scenario è chiaro a tutti in vista della definizione delle nuove cariche di vertice del consiglio dell'ordine degli avvocati.


Numeri e strategie politiche sono sotto gli occhi di tutti e il conto alla rovescia è virtualmente iniziato: di qui a qualche giorno, probabilmente martedì prossimo, sarà il consigliere veterano Roberto Fiore a convocare la prima seduta del nuovo consiglio dell'ordine degli avvocati.

Un'assemblea con un compito tutt'altro semplice, visti gli equilibri in campo: definire la nomina del presidente, del segretario, del tesoriere, dei due vicepresidenti, oltre a distribuire deleghe per le rispettive aree di competenza penale e civile.
 
Ma quali sono i rapporti di forza in seno all'assemblea di piazza Cenni? Restiamo ai numeri: sono undici i consiglieri della lista che fa capo ad Antonio Tafuri, ora più che mai deciso ad assumere la guida dell'ufficio di presidenza; sull'altro versante, si sta formando una opposizione virtuale formata dai cinque della lista del presidente uscente Maurizio Bianco e dai cinque della lista capitanata da Armando Rossi (che ha guidato l'Ordine prima di Bianco).

Undici contro dieci, inevitabile che la partita si giochi nel tentativo di creare alleanze con gli altri quattro esponenti della nuova assemblea rappresentativa, in vista dell'esigenza di creare una maggioranza più solida.

In ballo ci sono dunque i voti dei due candidati indipendenti, vale a dire Gabriele Esposito e Patrizia Intonti (entrambi consiglieri uscenti), ma anche la posizione dei due consiglieri espressione di due liste differenti, vale a dire Immacolata Troianiello espressione di Coesione forense, e Antonio Valentino, a sua volta leader della lista sindacato forense.

Spiega l'avvocato Antonio Tafuri, a proposito della definizione della nomina del futuro presidente: «Nelle future scelte del Consiglio, credo vada onorata la volontà dell'elettorato, che si è espresso in modo chiaro. Per quanto riguarda eventuali alleanze, ovvio che per noi è più naturale rivolgerci agli indipendenti, sempre e comunque al riparo da compromessi, scambi di favori e poltrone che non appartengono ai nostri obiettivi e alla nostra strategia politica».

Uno scenario complesso anche per Maurizio Bianco, che commenta così: «Tatticismi e alleanze a parte, appare evidente che il Consiglio è spaccato, ci vuole una soluzione serena per fare cose concrete e utili. Non si può litigare per quattro anni, un consiglio spaccato davvero non serve a niente, occorre una soluzione mediana».

Ma alleanze e strette di mano a parte, l'altra partita si gioca sul fronte dei ricorsi, delle istanze rivolte al Consiglio nazionale forense per rivedere la posizione di alcuni consiglieri ritenuti da molti ineleggibili in quanto aprioristicamente «incandidabili».


Possibile che a fare ricorso saranno i primi sette non eletti, in una partita che sarà conclusa dal Cnf di qui ad un paio di mesi. È in questo clima che a partire da martedì prossimo saranno definiti i vertici dell'assemblea in cui i rapporti sembrano al momento cristallizzati in un muro contro muro tra forze uguali e contrarie. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino