Elezioni 2022. Pd, appello per il voto utile: «Noi forza di governo»

Elezioni 2022. Pd, appello per il voto utile: «Noi forza di governo»
Prova a smarcarsi dal tran tran di una campagna elettorale dove le sofferenze della gente sono sempre più in secondo piano rispetto alla cosiddetta alta politica fatta di...

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Prova a smarcarsi dal tran tran di una campagna elettorale dove le sofferenze della gente sono sempre più in secondo piano rispetto alla cosiddetta alta politica fatta di liti e polemiche il ministro Dario Franceschni, che così getta il cuore oltre l'ostacolo e prova a cambiare passo: «I cittadini hanno ragione, c'è troppo politichese. Bisogna prendere dei temi concreti e stiamo lavorando nel governo Draghi per un provvedimento sulle bollette, sia per le imprese che per le famiglie, perché non è possibile che una famiglia con un reddito basso si trovi una bolletta quadruplicata». Inizia così la lunga mattinata nel cuore di Chiaia - al Sannazaro - dove si è aperta ufficialmente la campagna elettorale della lista Pd-Italia democratica e progressista. Oltre a Franceschini - candidato al Senato nel collegio Campania 1 al plurinominale - c'è il ministro della Salute Roberto Speranza, il segretario cittadino del Pd Marco Sarracino e Susanna Camusso l'ex leader della Cgil. C'è il commissario regionale del Pd Francesco Boccia che tanto sta penando per mettere in linea di galleggiamento un partito che tutto sommato ha vinto le ultime due elezioni: le regionali con Vincenzo De Luca e le comunali dell'anno scorso con il sindaco Gaetano Manfredi. Grandi assenti alla kermesse di apertura della campagna elettorale. In platea si vedono altri candidati come gli uscenti Valeria Valente al Senato, Paolo Siani, Lello Topo e tanti altri. In questo contesto la sostanza politica che viene fuori poggia su tre perni: il voto utile per battere la destra ovvero «chi vota M5S e il duo Calenda-Renzi» aiuta la destra; la questione meridionale con Napoli lanciata come capitale dei progressisti e la battaglia contro le diseguaglianze. Di qui la difesa del reddito di cittadinanza unico - al momento - punto di contatto con il M5S. E l'ingerenza russa su questa tornata elettorale. Tutto sommato un Pd che strizza l'occhio a sinistra senza nessun indugio. «I problemi di Napoli e del sud non si risolvono se vince una coalizione che ha come perno la Lega e Salvini» rincara la dose Franceschini. Che poi punta Giuseppe Conte che addita alla «classe dirigente attuale del Pd» la rottura con i pentastellati: «I Cinque stelle hanno una responsabilità enorme, insieme alla destra, di aver fatto cadere questo Governo per un calcolo di convenienza. Purtroppo questa cosa non può essere dimenticata» conclude Franceschini.



Parola a Boccia: «Mai come questa volta - arringa dal palco il commissario regionale dem - nella storia degli ultimi vent'anni il voto del 25 settembre rappresenta una scelta tra due diverse idee di società e due diverse idee di Sud totalmente alternative. Il Pd vuole Napoli capitale del Mezzogiorno, culla dell'innovazione e riferimento culturale del Mediterraneo, investendo sul lavoro e difendendo e migliorando il Reddito di cittadinanza». E ancora: «Il Pd deve guidare il processo europeista contro questa destra che rischia di portarci fuori strada, che ha già votato contro gli investimenti pubblici del Pnrr. Sono molto preoccupato perché, in qualsiasi parte del Sud dove sto andando, trovo amministratori terrorizzati dal blocco degli investimenti».

Il ministro Speranza - candidato per la Camera dei deputati nel collegio plurinominale Campania 1 - non è da meno sulla questione meridionale: «Il sud è la priorità assoluta per cui sono qui a Napoli. Il Sud deve alzare la testa, deve diventare la priorità dell'agenda politica nazionale. Abbiamo bisogno di ripartire dalle questioni vere che riguardano le persone del Sud. Quindi lavoro prima di tutto, la difesa della sanità pubblica, la difesa della scuola pubblica. C'è una grande questione sociale nel Mezzogiorno che non può essere dimenticata, il progetto della lega sull'autonomia differenziata è anticostituzionale». Il giovane Sarracino scomoda Jef Bezos - e la differenza dei guadagni e del suo stipendio con chi lavora per la sua azienda, Amazon, per arrivare a quello che per lui è il punto centrale: «Le diseguaglianze sono dilatate, non più tollerabili - racconta - dobbiamo difendere il reddito di cittadinanza e garantire il salario minimo».
 

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Il Mattino