Elezioni suppletive a Napoli, Fico in campo: avanza il patto tra Pd e M5S

Elezioni suppletive a Napoli, Fico in campo: avanza il patto tra Pd e M5S
Si voterà il 23 febbraio per le elezioni suppletive a Napoli, urne aperte per sostituire Franco Ortolani, il senatore del M5S deceduto nelle scorse settimane. Non ci...

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Si voterà il 23 febbraio per le elezioni suppletive a Napoli, urne aperte per sostituire Franco Ortolani, il senatore del M5S deceduto nelle scorse settimane. Non ci sarà - dunque - l'election day con le regionali programmate per maggio. E per questo motivo quella che si annuncia non sarà una campagna elettorale banale, soprattutto per quello che riguarda il centrosinistra e il rapporto tra Pd e M5S, con sullo sfondo le dinamiche che riguardano gli arancioni del sindaco Luigi de Magistris. Saranno naturalmente tutti in campo nel centrodestra con la forte probabilità che si scelga un candidato di coalizione, atteso che Fi avrà quasi certamente il candidato presidente alla Regione (Stefano Caldoro). Insomma, saranno elezioni suppletive per il Senato, ma per Pd, M5S, Italia viva e gli altri alleati con vista sull'ente di Santa Lucia e sulle mosse dem su Vincenzo De Luca, il governatore uscente che punta al bis.


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La sostanza sta tutta nel capire cosa faranno pentastellati e democratici, senza trascurare che la partita delle suppletive si gioca su di un altro tavolo ancora, quello romano. Anche nella Capitale ci saranno le suppletive per sostituire Paolo Gentiloni, l'ex premier nominato commissario europeo all'economia. C'è chi ha immaginato un patto di non belligeranza con un candidato dem a Roma e uno grillino a Napoli. Tuttavia, dalle nostre parti la situazione è più complessa perché in ballo ci sono pure le regionali. Si sa che il M5S sarebbe disposto ad allearsi con il partito di Zingaretti solo se De Luca facesse un passo indietro. Nel Pd qualcuno apertamente ci pensa e lo ha pure chiesto sulla scorta di sondaggi che danno il centrosinistra con De Luca indietro di 10 punti rispetto al centrodestra che vincerebbe con qualsiasi candidato. In questo senso il voto del 23 febbraio potrebbe essere un test interessante. A Napoli a scegliere il candidato in quota grillini sarà Roberto Fico. Come è noto il M5S sugli uninominali non passa per la piattaforma Rousseau, i candidati li sceglie il capo politico. Dovrebbe toccare quindi a Luigi Di Maio, tuttavia l'ex vicepremier nel 2018 - ben sapendo la forza del presidente della Camera sul territorio cittadino - lasciò a Fico la scelta che propose il povero Ortolani. Da allora questo schema in casa M5S non risulta essere cambiato. Ed è chiaro che l'inclinazione sinistrorsa e dialogante con il mondo dem - e anche con quello del sindaco - di Fico lascia immaginare una possibile scelta del candidato orientata in questa direzione. Per dirla tutta, un candidato al Senato appoggiato da Pd, M5S, arancioni e il resto degli alleati che dovesse avere un buon risultato o addirittura vincere, sarebbe un forte segnale in funzione delle regionali. Ipotesi, ragionamenti, che il segretario provinciale del Pd Marco Sarracino sottoporrà a Zingaretti entro la fine dell'anno. A Roma la questione Campania è molto sentita. Italia Viva - alleata del centrosinistra - con Gennaro Migliore fa il punto della situazione: «Abbiamo un senso di appartenenza alla coalizione - spiega il parlamentare napoletano - ma nessuno può scegliere senza consultarci, quello che chiediamo è pari dignità e rispetto». Parole che lasciano intendere come ci sia curiosità e attesa per le scelte che faranno il M5S e il Pd. In Campania per tentare la rimonta - questo il ragionamento che fanno - serve una coalizione molto larga, il nome del candidato governatore deve essere una conseguenza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino