Emergenza rifiuti, De Luca sul Governo: «Non ho firmato un secondo protocollo»

Emergenza rifiuti, De Luca sul Governo: «Non ho firmato un secondo protocollo»
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha lasciato la prefettura di Caserta, dov'era in corso il vertice di governo - con Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo...

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Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha lasciato la prefettura di Caserta, dov'era in corso il vertice di governo - con Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini e altri ministri - per la firma del protocollo d'intesa sulla Terra dei Fuochi. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa lo ha fatto cercare ovunque e dopo una mezzora il governatore è rientrato accompagnato al tavolo dal prefetto di Caserta. 


«Ho firmato il protocollo che attribuisce con chiarezza ai vari soggetti istituzionali le responsabilità in ordine al settore dei rifiuti, ma non un secondo, quello che dà la possibilità di raccogliere dati oncologici a soggetti privati non riconosciuti. Per me si tratta solo di una marchetta pre-elettorale» ha affermato poi il governatore. «Il secondo protocollo - ha aggiunto ironicamente De Luca - il Governo l'ha firmato con sé stesso. Il soggetto citato si chiama Etica, ma la Regione non lo conosce. Per noi solo la sanità pubblica può certificare certi dati. Penso al Registro Tumori, che peraltro non dipinge alcuna situazione drammatica tra Caserta e Napoli».

«Quando parlano di Terra dei Fuochi ci fanno un danno, perché in tutta Italia ci sono tante terre dei fuochi, intese come zone dove bruciano gli scarti industriali. Da noi invece bruciano gli rsu (rifiuti solidi urbani) depositati negli Stir o nelle aziende private» ha aggiunto De Luca «In Lombardia, tra gennaio e ottobre, ci sono stati 17 roghi. Qui da noi invece i roghi stanno diminuendo sensibilmente». «Questa mistificazione della realtà - ha proseguito - danneggia la trattativa che io e il ministro Costa, che peraltro è pienamente concorde con il nostro piano regionale, stiamo portando avanti a Bruxelles per eliminare la procedura di infrazione che fa pagare all'Italia 120mila euro al giorno»
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Il Mattino