Progetti irrealizzati, norme inapplicate, fondi insufficienti, inchieste giudiziarie: la Campania dei rifiuti continuerà a soffrire. Sono queste, su grandi linee, le...
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Le analisi dell'Arpac dimostrano un peggioramento delle performance dei depuratori di Foce Regi Lagni, Cuma e Napoli Est da quando sono stati affidati alla Sma, la società investita nelle scorse settimane da una bufera giudiziaria e anche mediatica dopo l'inchiesta del sito giornalistico Fanpage. Non solo: cinque depuratori (Acerra, Napoli Nord, Regi Lagni e Succivo) non hanno ancora un impianto di stabilizzazione. Si legge nella relazione: «La necessità di adeguare i grossi impianti di depurazione regionali, in particolare i 6 impianti attualmente in gestione alla Sma Campania, appare evidente anche alla luce degli esiti dell'attività di controllo svolta da Arpac».
Dopo la condanna della Corte di Giustizia del 2015 sono già stati pagati circa 130 milioni di euro.
Ecoballe
Fino al 2015, su quasi 6 milioni di tonnellate, ne erano state rimosse solo 200mila. E la commissione osserva: «La quantità è da considerarsi davvero minima, rappresentando, infatti, soltanto il 3,7 per cento di quella originariamente stoccata». Successivamente, scrivono ancora i parlamentari: «Nonostante gli sforzi della regione Campania, la situazione rimane critica: la quantità effettivamente rimossa al momento, pari a 104.650 tonnellate, appare decisamente minimale rispetto all'enorme stock di ecoballe ancora giacente nei rispettivi siti». La spesa finora sostenuta per l'utilizzazione delle piazzole dove è stoccata la spazzatura impacchettata è di 24 milioni di euro. E Il dato, secondo la stessa commissione, è sottostimato.
Terra dei fuochi
Il disegno tratteggiato è in chiaroscuro anche per l'estrema difficoltà nella individuazione dei responsabili del nuovo reato di illecita combustione dei rifiuti a causa dell'imprecisione della norma. E non solo: Il gruppo di lavoro creato per mappare i siti ha dovuto agire senza un regolamento previsto ma mai emanato. Come se non bastasse sostengono i parlamentari: «La Commissione Terra dei fuochi era stata istituita non solo per adottare il documento programmatico, ma per vigilare sulla effettiva attuazione della programmazione. Al documento programmatico non è seguita la delibera CIPE relativa agli specifici finanziamenti. Verosimilmente i finanziamenti destinati alla realizzazione di quanto stabilito sono stati diversamente programmati». Resta quindi una domanda: che fine hanno fatto i soldi che dovevano essere spesi per risanare la martoriata Terra dei Fuochi? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino