Enrico Letta e Dario Franceschini a Pompei: «Fondi Ue, modello da replicare»

Enrico Letta e Dario Franceschini a Pompei: «Fondi Ue, modello da replicare»
Inviato a Pompei  Di primo mattino si mettono in fila e acquistano il biglietto come turisti qualsiasi per entrare agli Scavi. D'altronde è qui che il ministro...

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Inviato a Pompei 

Di primo mattino si mettono in fila e acquistano il biglietto come turisti qualsiasi per entrare agli Scavi. D'altronde è qui che il ministro Dario Franceschini voleva inaugurare la campagna elettorale e anche il segretario del Pd Enrico Letta vuole iniziare qui la sua giornata tutta campana. Perché per l'ex premier l'area archeologica «è il simbolo del Sud che ce la fa: ora è rinata, attrae 4 milioni di turisti l'anno, ma dieci anni fa era sui giornali di tutto il mondo solo per i crolli». E quale miglior assist per Franceschini, capolista al Senato, che da ministro ha usato energie e fondi per la messa in sicurezza e la rinascita degli Scavi. Con loro due il segretario del Pd di Napoli Marco Sarracino e Francesco Boccia, responsabile nazionale degli enti locali. Poi una lunga giornata tra Salerno e Caserta dove Letta, così come gli altri leader di partito nei giorni scorsi, incontra gli industriali capitanati dal presidente di Napoli Costanzo Jannotti Pecci, il suo vice Giorgio Nicola Pino e il numero uno degli imprenditori di Terra di lavoro Beniamino Schiavone. Infine a Portici, nel tardo pomeriggio, dove divide il palco con l'ex segretario Pd Pierluigi Bersani e il ministro Roberto Speranza. E per Letta è la chiusura della campagna in terra campana prima del voto di domenica prossima. 

«Abbiamo voluto fare questo visita privata, abbiamo pagato il biglietto e fatto la fila insieme a un gruppone di turisti americani. Il messaggio che abbiamo voluto dare con Franceschini, che da ministro ha gestito il rilancio e il successo di Pompei, è di passare da un problema a una grandissima opportunità», spiega Letta uscendo dagli Scavi con accanto il ministro. «Pompei è la dimostrazione che il Mezzogiorno ce la fa, quando c'è una scelta e quando c'è tutto l'impegno che ci si mette, e ce la fa alla grandissima. Il nostro impegno per il Sud e per la valorizzazione di tutto ciò che si può mettere in evidenza, cultura, turismo, paesaggio, devono entrare prepotentemente in questi ultimi giorni della campagna elettorale». «Qui sono arrivati 105 milioni di euro dall'Unione Europea e sono stati spesi tutti. Tanto che la stessa Ue ci ha fatto i complimenti per l'efficienza nella spesa», aggiunge il ministro dei Beni Culturali spiegando come «il sito archeologico è rinato ma i lavori continueranno all'infinito, in una città di 60 ettari in cui la manutenzione andrà sempre avanti. Adesso lavoriamo sulla parte esterna, per produrre lavoro, per fare investimenti sulle infrastrutture. Nell'ultimo comitato del Grande Progetto Pompei abbiamo approvato un piano da 900 milioni, di cui 600 già finanziati, per la parte esterna, per l'hub ferroviario che porterà qui l'alta velocità». 

Subito dopo Letta è a Salerno, la roccaforte deluchiana, per un passaggio quasi obbligato dopo che è stata siglata la pax con il governatore della Campania. «In questo momento siamo uniti, tutti impegnati a far sì che i nostri messaggi del Pd siano i messaggi che riescano a convincere gli elettori in questi ultimi giorni, con tutte le nostre esperienze migliori sul territorio e quella del governatore della Campania è sicuramente una di queste» chiarisce subito. Poi i temi più politici per puntare agli indecisi: «Per noi il voto deve venire da una valutazione del programma migliore e delle idee migliori. Vi chiedo, in questi giorni, di parlare alle persone e convincere che il voto del 25 settembre è un voto determinante per il futuro del nostro Paese. Se vincono gli altri - attacca - sarà un disastro». 

E dopo Caserta, la manifestazione di Portici e l'incontro con il suo predecessore Bersani. «Grazie per essere tra noi», dice infatti il primo al secondo. E Bersani rincalza: «Questa lista che sosteniamo è un insieme di forze che si riconoscono nel socialismo europeo. L'assioma di questa sinistra di governo è che non puoi stare bene da solo, l'economia non gira se stai bene solo tu». Tutti con l'obiettivo di uno sprint finale, contando di convincere una parte di quel 40 per cento di indecisi. «Le persone stanno iniziando a decidere e capiscono che questa coalizione è l'unica che può davvero guidare il Paese. Le altre - incalza dal palco il ministro della Salute Roberto Speranza - sono avventure e rischiano di far correre pericoli enormi alle famiglie e alle imprese dell'Italia». 

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Il Mattino