Un tragico scambio di persona portò i killer della camorra ad uccidere un giovane che nulla aveva a che vedere con quegli ambienti criminali. A nove anni di distanza dal...
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Il 13 novembre 2009 fu incaricato di premere il grilletto e di uccidere Ciro Savino, affiliato ai Birra-Iacomino, vero obiettivo del raid. Con gli altri componenti del gruppo, individuò una Suzuki Swift bianca, lo stesso modello di auto guidato da Savino. I killer a quel punto affiancarono la vettura in via Mare, stradina a due passi dagli Scavi e fecero fuoco almeno cinque volte. A essere colpito a morte però, fu una vittima innocente, che pagò con la vita il tragico errore degli spietati assassini della camorra. Con le ultime forze rimaste, Salvio Barbaro provò a uscire dall'automobile e a fuggire, ma morì dopo pochi passi. Un omicidio, che sembrava inspiegabile.
Barbaro, giovane neomelodico, sognava la carriera da cantante e nulla voleva sapere della sanguinosa faida di camorra in corso a Ercolano ormai da decenni. Invece, per un tragico errore, semplicemente perché aveva lo stesso modello di auto della vittima predestinata, ha pagato con la vita il semplice passaggio in una zona del centro di Ercolano. Nel 2016, la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, a chiusura di indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco e coordinate dall'allora pm Pierpaolo Filippelli, grazie anche al contributo di alcuni collaboratori di giustizia era riuscita a individuare l'intero commando della camorra, ricostruire la vicenda, incastrare i mandanti e gli esecutori. Spagnuolo è stato l'unico a scegliere il rito abbreviato e per lui il verdetto è diventato irrevocabile in poco più di due anni. Dopo la condanna all'ergastolo, invece, attendono il processo di appello tutti gli altri. Natale Dantese, Pasquale Spronello e Antonio Sannino saranno di nuovo a processo a febbraio prossimo. Furono loro, secondo l'Antimafia, a decidere e organizzare l'agguato nei confronti di Savino, che poi si trasformò nella sciagurata uccisione di un giovane innocente.
Per l'omicidio, ai killer erano stati promessi 3mila euro ciascuno ma, visto il palese errore, a ognuno furono pagati solo 800 euro. Intanto, nonostante il suo status di incensurato e il chiaro errore commesso dai killer, il complesso iter per il riconoscimento di Salvio Barbaro come vittima innocente delle mafie non è ancora arrivata a conclusione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino