Napoli - Cinque persone, ritenute affiliate al clan dei Casalesi fazione Bidognetti nel suo neo costituito gruppo criminale denominato «nuova gerarchia del clan dei...
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Avevano ricevuto la benedizione del clan Bidognetti, ma si ispiravano ai giovani e spregiudicati boss della serie Gomorra, i cinque esponenti del gruppo criminale denominato «nuova gerarchia del clan dei Casalesi»,
fermati dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa su ordine della Dda di Napoli. Gli indagati sono ritenuti
responsabili di numerose estorsioni e almeno quattro attentati dinamitardi tra i comuni di Parete (Caserta) e Giugliano (Napoli) ai danni di imprenditori che non volevano pagare il pizzo. Per le indagini, durate appena sei mesi, è stato decisivo il ruolo di un sesto elemento del gruppo fermato ad aprile scorso, che ha iniziato a collaborare con la giustizia svelando il nuovo organigramma del clan e raccontando degli atteggiamenti utilizzati in strada o verso le vittime del racket per affermare il predominio sul territorio. Si comportava da «chioccia» il più
anziano tra gli arrestati, il 41enne Massimo Perrone; ciò che è emerso con grande evidenza in questi pochi mesi di indagine, spiega un investigatore, è stata la fame che il gruppo aveva di conquistare posizioni di egemonia nella gestione degli affari illeciti, anche in antitesi ai clan tradizionali, come i Mallardo di Giugliano e i Puca di Sant'Antimo. Per quanto riguarda i Casalesi, il gruppo avrebbe ricevuto la benedizione di Michele Bidognetti, fratello del boss Francesco, alias Cicciotto e Mezzanotte;
Nell'ambito delle indagini, svolte tra febbraio e maggio di quest'anno, è stato eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Napoli nei confronti di un uomo, poi diventato collaboratore di giustizia, ritenuto responsabile di tentata estorsione e di quattro attentati compiuti con l'esplosione di ordigni artigianali davanti a tre attività commerciali a Parete e Giugliano in Campania e presso l'abitazione di un imprenditore di Parete. È stato inoltre accertato che parte dei proventi delle estorsioni venivano consegnati a componenti della famiglia Bidognetti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino