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Ritmo, melodia, passione per l'arte, e poi scambio, accoglienza, abbraccio tra i popoli. Sono gli argomenti che ieri mattina Eugenio Bennato ha sviluppato con gli studenti dell'istituto alberghiero Rossini nella sua Bagnoli, suonando per loro e raccontando qualcosa del suo percorso, del suo modo di fare musica e infine di scelte umane. Il cantautore affermato e i giovani bagnolesi si sono riconosciuti presto ed è stato amore a prima vista, celebrato dal panorama del mare e dell'area della vecchia acciaieria che si stagliava sullo sfondo del terrazzo di Villa Medusa, lo spazio occupato di via di Pozzuoli che ha ospitato l'incontro.
L'iniziativa è stata la tappa finale del progetto Indovina chi viene a scuola che l'istituto ha svolto quest'anno con allievi scelti da alcune classi: lezioni sull'arte e la storia del territorio che sono la premessa per l'inaugurazione, durante l'annata 2022-2023, del nuovo indirizzo cultura e spettacolo nell'alberghiero. E l'ospite d'onore non poteva che essere uno nato proprio a Bagnoli: «Mi ci rivedo, in questi ragazzi. Mi affaccio sulle strade e ritrovo la scuola Madonna Assunta, là insegnava un docente di musica che avvicinò Eduardo, Giorgio e me a questa carriera che ci ha dato tanto» dice l'artista in riferimento ai fratelli.
Per un'ora ha tenuto una lezione all'aperto a partire da due brani: il primo che ha eseguito è stato Mon père et ma mère, dall'album Pizzica la taranta del 2016.
Poi è stata la volta di Che il Mediterraneo sia (dall'lp omonimo del 2002), uno dei suoi grandi successi: Andare, andare, simme tutt'eguale/ Affacciati alle sponde dello stesso mare/E nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante. Alcuni giovani conoscevano le parole e hanno cantato con lui, poi Bennato si è soffermato proprio sul testo: «Ho scelto di cantare il nostro mare perché è stato un mezzo di incontro tra i popoli, esattamente il contrario della distanza che genera le guerre». Perciò, ha spiegato, essendo uno strumento di pace sul mare le comunità si sono scambiate voci e sapori: e così nei canti napoletani echeggiano le salmodie nordafricane, nelle armonie i suoni spagnoli e turchi, mentre la cantante intonava il nome arabo del Mediterraneo, il mare bianco. Al termine dell'incontro gli studenti gli hanno fatto alcune domande: «Rifaresti le stesse scelte artistiche e professionali?». Lui ha scherzato: «In realtà se rinascessi vorrei giocare nel Napoli e vincere 10 scudetti». Poi è tornato serio: «Penso che farei più o meno lo stesso, quando scegliete fate in modo di non avere rimpianti». In ultimo si è raccomandato di studiare e frequentare la cultura a prescindere dal percorso professionale: «Soprattutto certe discipline come letteratura e filosofia consentono di avere una visione ampia dei rapporti tra persone. E lo dice uno che all'università ha scelto di fare fisica». Il commento conclusivo è stato di Manuela Lamagna, studentessa di 17 anni: «Mi sento fortunata, è stata una cosa esclusiva, un grande come Bennato che si esibisce solo per noi. Molto interessante la spiegazione su come nascono le sue canzoni».
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