Eugenio Bennato, lezione in musica a Bagnoli: «Il mare contro le guerre»

Eugenio Bennato, lezione in musica a Bagnoli: «Il mare contro le guerre»
di Giovanni Chianelli
Martedì 24 Maggio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 25 Maggio, 07:21
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Ritmo, melodia, passione per l'arte, e poi scambio, accoglienza, abbraccio tra i popoli. Sono gli argomenti che ieri mattina Eugenio Bennato ha sviluppato con gli studenti dell'istituto alberghiero Rossini nella sua Bagnoli, suonando per loro e raccontando qualcosa del suo percorso, del suo modo di fare musica e infine di scelte umane. Il cantautore affermato e i giovani bagnolesi si sono riconosciuti presto ed è stato amore a prima vista, celebrato dal panorama del mare e dell'area della vecchia acciaieria che si stagliava sullo sfondo del terrazzo di Villa Medusa, lo spazio occupato di via di Pozzuoli che ha ospitato l'incontro.

L'iniziativa è stata la tappa finale del progetto Indovina chi viene a scuola che l'istituto ha svolto quest'anno con allievi scelti da alcune classi: lezioni sull'arte e la storia del territorio che sono la premessa per l'inaugurazione, durante l'annata 2022-2023, del nuovo indirizzo cultura e spettacolo nell'alberghiero.

E l'ospite d'onore non poteva che essere uno nato proprio a Bagnoli: «Mi ci rivedo, in questi ragazzi. Mi affaccio sulle strade e ritrovo la scuola Madonna Assunta, là insegnava un docente di musica che avvicinò Eduardo, Giorgio e me a questa carriera che ci ha dato tanto» dice l'artista in riferimento ai fratelli. 

Per un'ora ha tenuto una lezione all'aperto a partire da due brani: il primo che ha eseguito è stato Mon père et ma mère, dall'album Pizzica la taranta del 2016. La canzone gli ha offerto lo spunto per approfondire la nascita del caratteristico suono che accompagna la taranta, «sviluppata come musica per esorcizzare il morso di un ragno diffuso nel Sud e soprattutto in Salento. L'unico rimedio per calmare il tarantolato, e soprattutto le donne che venivano colpite durante il lavoro estivo nei campi, era suonare per ore, fino all'espulsione del veleno». Bennato ha mostrato ai ragazzi gli accordi che si usano per questo genere, il tempo da seguire e poi la cantante Sonia Totaro, da tempo parte del suo gruppo artistico, ha danzato, accompagnata dalla chitarra e dagli applausi ritmati dei ragazzi: «Complimenti, si vede che siete del Sud, portate benissimo il tempo. Tenetelo anche nella vita». 

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Poi è stata la volta di Che il Mediterraneo sia (dall'lp omonimo del 2002), uno dei suoi grandi successi: Andare, andare, simme tutt'eguale/ Affacciati alle sponde dello stesso mare/E nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante. Alcuni giovani conoscevano le parole e hanno cantato con lui, poi Bennato si è soffermato proprio sul testo: «Ho scelto di cantare il nostro mare perché è stato un mezzo di incontro tra i popoli, esattamente il contrario della distanza che genera le guerre». Perciò, ha spiegato, essendo uno strumento di pace sul mare le comunità si sono scambiate voci e sapori: e così nei canti napoletani echeggiano le salmodie nordafricane, nelle armonie i suoni spagnoli e turchi, mentre la cantante intonava il nome arabo del Mediterraneo, il mare bianco. Al termine dell'incontro gli studenti gli hanno fatto alcune domande: «Rifaresti le stesse scelte artistiche e professionali?». Lui ha scherzato: «In realtà se rinascessi vorrei giocare nel Napoli e vincere 10 scudetti». Poi è tornato serio: «Penso che farei più o meno lo stesso, quando scegliete fate in modo di non avere rimpianti». In ultimo si è raccomandato di studiare e frequentare la cultura a prescindere dal percorso professionale: «Soprattutto certe discipline come letteratura e filosofia consentono di avere una visione ampia dei rapporti tra persone. E lo dice uno che all'università ha scelto di fare fisica». Il commento conclusivo è stato di Manuela Lamagna, studentessa di 17 anni: «Mi sento fortunata, è stata una cosa esclusiva, un grande come Bennato che si esibisce solo per noi. Molto interessante la spiegazione su come nascono le sue canzoni». 

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