Evasione fiscale a Napoli, la linea dura del Comune: «In tre mesi recuperati 35 milioni»

Entro il 2024 Palazzo San Giacomo punta a recuperare 40 milioni

Evasione fiscale a Napoli, la linea dura del Comune: «In tre mesi recuperati 35 milioni»
«Le tasse non sono buone o cattive ma giuste» racconta Luca Bianchi amministratore di “Napoli obiettivo Valore” la società di riscossione coattiva...

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«Le tasse non sono buone o cattive ma giuste» racconta Luca Bianchi amministratore di “Napoli obiettivo Valore” la società di riscossione coattiva che per conto del Comune incassa la Tari, Imu e contravvenzioni stradali. E nei primi tre mesi di lavoro, da gennaio a oggi, ha recuperato per queste 3 voci 35 milioni. «Ma l’universo dei contribuenti morosi è di quasi 2 miliardi di cui 800 milioni per la Tari, 770 multe, 250 Imu e 70 Cosap e canoni per la pubblicità» precisa Pier Paolo Baretta assessore al bilancio. «Abbassare le tasse? È possibile - spiega invece il sindaco Gaetano Manfredi - ma solo se allarghiamo la platea dei contribuenti. Il nostro obiettivo è avere una media di riscossione come quella nazionale che è del 60%, noi siamo al 40 dobbiamo recuperare 20 punti e io sono fiducioso che ce la faremo per dare ai cittadini servizi di qualità. Ovviamente non è possibile recuperare il gap in un anno, ma se riusciamo in questi anni, lasceremo in eredità una città sana perché gran parte del deficit è creato dal buco della riscossione e dalla mancanza di spesa negli investimenti».

Manfredi su questo argomento allarga il campo delle opzioni. E a chi gli chiede se il Comune pensa alla rottamazione, per pulire bilanci da cifre di fatto non esigibili, come i due miliardi di non riscosso che risalgono agli ultimi tre lustri, apre a questa possibilità. «La nostra idea non è aggressiva, a chi è disposto a pagare metteremo a disposizione tutti gli strumenti di conciliazione. La rottamazione è una ipotesi che potrà essere valutata, la nostra strategia è quella di puntare su operazioni concordatarie e la nuova norma del Governo ci aiuta». Nella sostanza con due miliardi sul groppone non esigibili e che ingolfano un bilancio e il fondo crediti di dubbia esigibilità, se anche il Comune ne incassasse un quarto sarebbe una operazione di grosso rilievo finanziario.

Ragionamenti che risuonano nella sala giunta di Palazzo San Giacomo dove i protagonisti stanno per spiegare come procederà Palazzo San Giacomo sulla riscossione nei prossimi anni: «Vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi - dice ancora l’ex rettore - i conti in ordine. I risultati della Società sono incoraggianti». Insomma, l’orizzonte di Manfredi, a oggi è metà del 2026 quando scadrà il suo primo mandato. Del Bis non ne parla e chissà se le sue parole hanno un significato anche politico.

Ma la sostanza non cambia: è vero, le tasse sono giuste nel senso che con gli incassi si dovrebbero migliorare i servizi e la qualità della vita dei napoletani, tuttavia da quello che viene fuori dai numeri, come ricordato dalla dirigente del servizio riscossione Paola Sabadin, «la morosità delle famiglie sulla Tari è pari più o meno al 20%» mentre l’universo - per dirlo alla Baretta - delle utenze non domestiche è titolare del restante 80%. Cosa significa? Che il boom del turismo e del commercio lo pagano le famiglie e non chi incassa soldi veri con l’oro di Napoli appunto turismo e commercio. Uno squilibrio non più sostenibile. E toccherà alla Società farsene carico. E Luca Bianchi che è anche direttore dello Svimez sa benissimo come stanno le cose e si prepara alla vera offensiva di autunno. Vale a dire «che fino a oggi abbiamo inviato lettere in cui dicevamo che si dovevano pagare delle tasse e la risposta è stata incoraggiante, ma ora arriva la parte più difficile perché oltre agli avvisi dovremo agire per incassare da chi non paga».

Entro giugno alle 400mila lettere di invito a pagare si aggiungeranno 200mila cartelle di pagamento vere e proprie. E la speranza è che si parta da quell’80% di fantasmi che si annida nelle utenze non domestiche. «Questi dati - dice Baretta - sono un segnale che questa operazione può riuscire ad incidere, la campagna d’informazione sta raccogliendo sensazioni positive da parte dei cittadini e dunque continuiamo e l’obiettivo di raggiungere in 10 anni un miliardo di riscosso credo che sia realistico da questi primi dati».

Entro il 2024 Palazzo San Giacomo punta a recuperare 40 milioni per le coattive e altrettanti per l’evasione. Colpire l’evasione significa portare allo scoperto i fantasmi e dunque ad allargare la platea dei contribuenti. Per proseguire in questo cammino, «la società - conclude Bianchi - ha avviato la campagna di sensibilizzazione “Che valore ha Napoli per te?” e a breve saranno aperti sportelli in ognuna delle dieci Municipalità che andranno ad affiancare quello della società già operativo nella sede al Centro direzionale».

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Il Mattino