«Le tasse non sono buone o cattive ma giuste» racconta Luca Bianchi amministratore di “Napoli obiettivo Valore” la società di riscossione coattiva che per conto del Comune incassa la Tari, Imu e contravvenzioni stradali. E nei primi tre mesi di lavoro, da gennaio a oggi, ha recuperato per queste 3 voci 35 milioni. «Ma l’universo dei contribuenti morosi è di quasi 2 miliardi di cui 800 milioni per la Tari, 770 multe, 250 Imu e 70 Cosap e canoni per la pubblicità» precisa Pier Paolo Baretta assessore al bilancio. «Abbassare le tasse? È possibile - spiega invece il sindaco Gaetano Manfredi - ma solo se allarghiamo la platea dei contribuenti. Il nostro obiettivo è avere una media di riscossione come quella nazionale che è del 60%, noi siamo al 40 dobbiamo recuperare 20 punti e io sono fiducioso che ce la faremo per dare ai cittadini servizi di qualità. Ovviamente non è possibile recuperare il gap in un anno, ma se riusciamo in questi anni, lasceremo in eredità una città sana perché gran parte del deficit è creato dal buco della riscossione e dalla mancanza di spesa negli investimenti».
Manfredi su questo argomento allarga il campo delle opzioni.
Ragionamenti che risuonano nella sala giunta di Palazzo San Giacomo dove i protagonisti stanno per spiegare come procederà Palazzo San Giacomo sulla riscossione nei prossimi anni: «Vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi - dice ancora l’ex rettore - i conti in ordine. I risultati della Società sono incoraggianti». Insomma, l’orizzonte di Manfredi, a oggi è metà del 2026 quando scadrà il suo primo mandato. Del Bis non ne parla e chissà se le sue parole hanno un significato anche politico.
Ma la sostanza non cambia: è vero, le tasse sono giuste nel senso che con gli incassi si dovrebbero migliorare i servizi e la qualità della vita dei napoletani, tuttavia da quello che viene fuori dai numeri, come ricordato dalla dirigente del servizio riscossione Paola Sabadin, «la morosità delle famiglie sulla Tari è pari più o meno al 20%» mentre l’universo - per dirlo alla Baretta - delle utenze non domestiche è titolare del restante 80%. Cosa significa? Che il boom del turismo e del commercio lo pagano le famiglie e non chi incassa soldi veri con l’oro di Napoli appunto turismo e commercio. Uno squilibrio non più sostenibile. E toccherà alla Società farsene carico. E Luca Bianchi che è anche direttore dello Svimez sa benissimo come stanno le cose e si prepara alla vera offensiva di autunno. Vale a dire «che fino a oggi abbiamo inviato lettere in cui dicevamo che si dovevano pagare delle tasse e la risposta è stata incoraggiante, ma ora arriva la parte più difficile perché oltre agli avvisi dovremo agire per incassare da chi non paga».
Entro giugno alle 400mila lettere di invito a pagare si aggiungeranno 200mila cartelle di pagamento vere e proprie. E la speranza è che si parta da quell’80% di fantasmi che si annida nelle utenze non domestiche. «Questi dati - dice Baretta - sono un segnale che questa operazione può riuscire ad incidere, la campagna d’informazione sta raccogliendo sensazioni positive da parte dei cittadini e dunque continuiamo e l’obiettivo di raggiungere in 10 anni un miliardo di riscosso credo che sia realistico da questi primi dati».
Entro il 2024 Palazzo San Giacomo punta a recuperare 40 milioni per le coattive e altrettanti per l’evasione. Colpire l’evasione significa portare allo scoperto i fantasmi e dunque ad allargare la platea dei contribuenti. Per proseguire in questo cammino, «la società - conclude Bianchi - ha avviato la campagna di sensibilizzazione “Che valore ha Napoli per te?” e a breve saranno aperti sportelli in ognuna delle dieci Municipalità che andranno ad affiancare quello della società già operativo nella sede al Centro direzionale».