Faida dello champagne, due ergastoli: Vincenzo ucciso per uno schizzo in discoteca

Faida dello champagne, due ergastoli: Vincenzo ucciso per uno schizzo in discoteca
Sono stati condannati all'ergastolo, come responsabili materiali dell'omicidio di Vincenzo Priore, ucciso a soli 21 anni per uno schizzo di champagne all'interno di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono stati condannati all'ergastolo, come responsabili materiali dell'omicidio di Vincenzo Priore, ucciso a soli 21 anni per uno schizzo di champagne all'interno di una discoteca dell'hinterland. Nove anni dopo quel delitto, è stato il gup Di Palma ad accogliere le conclusioni del pm Enrica Parascandolo: ergastolo per Luigi Mango e Gianluca Annunziata, ritenuti responsabili di aver «vendicato» in modo brutale l'affronto subito da un gruppo di ragazzi, dopo una lite in discoteca. Un verdetto che accoglie in pieno anche le aspettative della famiglia del ragazzo ucciso, che ha deciso in questi anni di costituirsi parte civile, affidandosi all'avvocato Giuseppe Carandente.


Nove anni fa, all'interno della discoteca «Remake» di Sant'Antimo scoppiò una lite tra ragazzi vicini ai Lo Russo di Miano e una comitiva in cui c'erano anche rampolli del clan Licciardi. Ci fu una rissa, poi risolta nel peggiore dei modi, con l'uso delle pistole. Quelli di Miano andarono a sparare nella zona di Masseria Cardone, roccaforte dei Licciardi, tanto da provocare l'inizio di una possibile faida tra due contesti criminali. Ma cosa c'entrava Vincenzo Priore? Non era legato ai clan, quella sera era assieme ad amici, fu ucciso senza un motivo. In una lettera al Mattino, la famiglia ricorda che Vincenzo era legato ai valori della cultura, del rispetto, della bellezza: «Per anni, c'è chi ha provato ad affibbiargli l'etichetta di criminale in erba. Nulla di tutto ciò. Era un ragazzo pulito, aveva il diritto a vivere un'esistenza all'insegna della bellezza della sua gioventù».

Un delitto ricostruito anche grazie alle dichiarazioni del pentito Accurso, che svelò la banalità del male toccato a un ragazzo di soli 21 anni, per un po' di champagne caduto da un piano all'altro della discoteca. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino