Sono stati condannati all'ergastolo, come responsabili materiali dell'omicidio di Vincenzo Priore, ucciso a soli 21 anni per uno schizzo di champagne all'interno di...
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Nove anni fa, all'interno della discoteca «Remake» di Sant'Antimo scoppiò una lite tra ragazzi vicini ai Lo Russo di Miano e una comitiva in cui c'erano anche rampolli del clan Licciardi. Ci fu una rissa, poi risolta nel peggiore dei modi, con l'uso delle pistole. Quelli di Miano andarono a sparare nella zona di Masseria Cardone, roccaforte dei Licciardi, tanto da provocare l'inizio di una possibile faida tra due contesti criminali. Ma cosa c'entrava Vincenzo Priore? Non era legato ai clan, quella sera era assieme ad amici, fu ucciso senza un motivo. In una lettera al Mattino, la famiglia ricorda che Vincenzo era legato ai valori della cultura, del rispetto, della bellezza: «Per anni, c'è chi ha provato ad affibbiargli l'etichetta di criminale in erba. Nulla di tutto ciò. Era un ragazzo pulito, aveva il diritto a vivere un'esistenza all'insegna della bellezza della sua gioventù».
Un delitto ricostruito anche grazie alle dichiarazioni del pentito Accurso, che svelò la banalità del male toccato a un ragazzo di soli 21 anni, per un po' di champagne caduto da un piano all'altro della discoteca. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino