Fallimento Deiulemar, va all'asta il complesso sportivo Sporting Poseidon

Fallimento Deiulemar, va all'asta il complesso sportivo Sporting Poseidon
Va all'asta il complesso sportivo Sporting Poseidon: la curatela fallimentare della Deiulemar compagnia di navigazione conta di portare in cassa oltre 6,5 milioni di euro....

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Va all'asta il complesso sportivo Sporting Poseidon: la curatela fallimentare della Deiulemar compagnia di navigazione conta di portare in cassa oltre 6,5 milioni di euro. Emblematico il giorno in cui è stata programmata la vendita senza incanto che punta a piazzare le varie strutture presenti nell'area polifunzionale: il prossimo 4 luglio, ovvero la stessa giornata in cui la suprema corte di Cassazione sarà chiamata ad esprimersi sulla sorte dei cinque armatori ancora a processo, dopo il rinvio dell'udienza prolungatasi oltre il previsto lo scorso 17 maggio.

 
Insomma, a inizio del prossimo mese l'attenzione dei creditori della Parmalat del mare sarà divisa su due importantissimi fronti. Anche perché dalla vendita del complesso posto nella parte iniziale di via Benedetto Cozzolino, quella che ricade anche se di poco nel territorio di Ercolano, potrebbero arrivare altri soldi destinati a dare un ulteriore, seppur piccolo ristoro ai quasi tredicimila investitori a cui il fallimento dell'ex colosso armatoriale di via Tironi ha portato via oltre 720 milioni di euro. Cinque i lotti messi in vendita dai tre curatori fallimentari (Vincenzo Di Paolo, Alfonso Iovane e Paola Mazza): il più consistente è quello che comprende il ristorante, con tanto di piscina scoperta e relative aree esterne. Si parte da una base di 2,235 milioni di euro. Non è da sottovalutare, negli intendimenti dei componenti della curatela fallimentare della Deiulemar compagnia di navigazione, nemmeno il valore del lotto nel quale ricadono la piscina coperta, la palestra, l'area bar e il centro estetico che per diversi anni hanno accolto centinaia di frequentatori. La base d'asta è pari a oltre 1,85 milioni, con un'offerta minima di poco inferiore a 1,4 milioni. La sala bingo che invece è ancora tuttora attiva viene posto in vendita ad un costo di partenza di 1,1 milioni. Comprende sei campi di tennis, quattro dei quali sono scoperti, il lotto numero 4, anche in questo caso con una quotazione iniziale fissata poco sopra il milione e 100mila euro. Unico lotto sotto le sette cifre come base di partenza è quello che comprende la palazzina spogliatoi con annessi campi di calcetto e uffici, il cui prezzo base è stato appunto fissato a quota 428mila euro.


Il tribunale di Torre Annunziata ha fatto sapere che il deposito delle offerte dovrà avvenire entro le ore 13 del giorno precedente quello fissato per la vendita, il 3 luglio, presso la cancelleria fallimentare oplontina. Per gli obbligazionisti insomma, il 4 luglio sarà un giorno da cerchiare in rosso sul calendario: l'attesa sarà comunque rivolta in particolare sulla conclusione dell'udienza in Cassazione che vedrà scrivere con ogni probabilità la parola fine sulle sorti dei cinque armatori che ancora devono conoscere la loro sorte in merito al crac multimilionario che sette anni fa mise in ginocchio tredicimila famiglie, cancellando per molte di loro i risparmi di una vita. Si tratta dei fratelli Pasquale, Angelo e Micaela Della Gatta; dell'unico fondatore del gruppo ancora in vita, Giuseppe Lembo; della figlia dell'ex amministratore unico, il defunto capitano Michele Iuliano, Giovanna. Per tutti la Corte di Appello di Roma due anni fa aveva già avuto la mano pesante nei loro confronti, infliggendo 13 anni di reclusione ai danni di Lembo; undici anni e otto mesi per Pasquale ed Angelo Della Gatta; cinque anni e quattro mesi invece la pena comminata a Giovanna Iuliano e Micaela Della Gatta.
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Il Mattino