Fase 3, le discoteche restano chiuse: effetto Mondragone, il ritorno in pista slitta di sette giorni

Fase 3, le discoteche restano chiuse: effetto Mondragone, il ritorno in pista slitta di sette giorni
L'effetto Mondragone si abbatte sulle discoteche napoletane. Per tornare in pista i giovani dovranno attendere ancora una settimana, nella migliore delle ipotesi. Sembrava...

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L'effetto Mondragone si abbatte sulle discoteche napoletane. Per tornare in pista i giovani dovranno attendere ancora una settimana, nella migliore delle ipotesi. Sembrava tutto fatto e invece il caso Mondragone ha momentaneamente bloccato le riaperture delle piste da ballo.


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Era attesa tra ieri e oggi l'ordinanza regionale del presidente Vincenzo De Luca, grazie alla quale sarebbero state alleggerite progressivamente le prescrizioni imposte ai locali. Il governatore della Campania nei giorni scorsi aveva annunciato: «Abbiamo avuto un incontro con tanti gestori e deciso che questo fine settimana apriamo anche le discoteche, con alcune prescrizioni di sicurezza. Riprenderà questa attività perché non è possibile che i nostri ragazzi debbano andare nelle regioni del nord a divertirsi nel fine settimana, magari riportando qui nel sud anche qualche contagio». L'aumento dei contagi ha però portato la Regione a modificare i suoi piani.
 
«I protocolli per il via libera al ballo - trapela da Palazzo Santa Lucia - sono stati approvati giovedì sera dall'Unità di crisi. Ma non ci saranno ordinanze. Il comitato scientifico ha deciso di rinviare a causa dei fatti di Mondragone». È una questione aritmetica, che non consente l'ordinanza. «Ci sarà probabilmente la settimana prossima - fanno sapere dalla Regione - Non si può fare un'ordinanza non restrittiva in presenza di aumento di casi positivi». La delusione tra i gestori è tanta. Erano tutti pronti, con i motori accesi. «Un po' di delusione c'è - spiega Pierluigi Scatola del Post a Coroglio - A causa dell'aumento di contagi per il focolaio a Mondragone, che non rientra neanche nella nostra provincia dobbiamo aspettare ancora. Evidentemente non si vuole rischiare, però speriamo che la settimana prossima si possa ricominciare. Noi comunque siamo già aperti, però ci eravamo organizzati per riaprire il segmento del ballo. Andremo avanti così, con i bar e il ristorante, fino a quando non ci daranno il via libera. Speravamo in qualche presenza in più». Umberto Frenna dell'Arenile di Bagnoli evidenzia: «È chiaramente comprensibile la delusione per questo rinvio, ma da un lato dico che non mi meraviglia. Pare che i contagi siano scesi nuovamente a tre, sperando che tengano. Questo non cambierà i nostri piani, lavoriamo con gli aperitivi e andremo avanti con la nostra programmazione dei weekend».

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I gestori hanno incontrato più volte i tecnici dell'Unità di crisi per formulare un protocollo che accontentasse tutti, seguendo regole ben precise. Per entrare nei locali bisognerà procedere alla misurazione della temperatura per tutti gli avventori e i locali dovranno conservare per quindici giorni l'elenco dei nominativi. Anche di chi prenota i tavoli, o di chi decide di recarsi nel locale a serata in corso. Gli ingressi saranno contingentati in base ai metri quadrati del locale, ma non ci sarà distanziamento sociale in pista, per i locali all'aperto, per quelli al chiuso invece un metro ai tavoli e due in pista. Questi i punti in discussione tra i gestori e la Regione Campania. De Luca aveva anticipato nei giorni scorsi il mantenimento del vincolo delle 22 per l'asporto per le bevande alcoliche. Si può andare nelle discoteche e nei locali, consumare alcolici all'interno, ma sarà limitata la vendita per l'asporto. Le discoteche perderanno comunque alcuni posti, che saranno limitati in base ai metri quadrati del locale. Nell'era pre-Covid c'erano 120 persone ogni 100 metri quadrati; adesso si abbassa a 70 persone ogni 100 metri quadrati. «I primi che sono interessati ad avere locali gestiti in modo ordinato sono proprio gli operatori ha ribadito nei giorni scorsi il governatore -. È chiaro che siamo tutti interessati a fare i controlli della temperatura, avere l'elenco di chi prenota i tavoli nelle discoteche, insomma a mantenere un quadro di sicurezza, perché se c'è quella c'è anche l'economia, il divertimento, la movida e la possibilità di ritornare a livelli pre-crisi».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino