Fase due in Campania, la nautica scalda i motori: «Le barche luoghi sicuri»

Fase due in Campania, la nautica scalda i motori: «Le barche luoghi sicuri»
Due giorni fa, nel collegamento in videoconferenza con il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, le notizie comunicate al presidente Gennaro Amato sono state incoraggianti....

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Due giorni fa, nel collegamento in videoconferenza con il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, le notizie comunicate al presidente Gennaro Amato sono state incoraggianti. Gli iscritti all'Afina (Associazione filiera italiana della nautica) hanno avuto conferma che anche per loro il 4 maggio sarà il giorno della ripresa della produzione. Via libera a un settore che dà lavoro a oltre 100mila addetti compreso, in aggiunta alla piccola e media cantieristica, l'indotto di rivenditori, rimessaggi e marineria.


«I due mesi di stop sono costati al settore una perdita del 35 per cento in tutta Italia - spiega il presidente dell'Afina, Gennaro Amato - La nostra è una filiera economica che ha i suoi mesi di maggiore concentrazione nell'attività proprio durante il periodo primaverile, quando si avviano le produzioni sugli ordini in vista della stagione estiva di navigazione».
 
Con un fatturato di 6 miliardi di euro all'anno, il settore della nautica rappresenta il 5 per cento del Pil italiano. Poco prima dello stop, a febbraio, si era tenuto a Napoli il Nauticsud, una delle fiere principali del settore insieme con gli appuntamenti di Genova, Cannes, Parigi, Dusseldorf. Il Nauticsud si chiuse giusto in tempo per raccogliere commesse che in questi mesi, però, in alcuni casi sono state revocate. Dice Stanislao Esposito, titolare dei cantieri Esposito a Castellammare: «Sono state perse alcune commesse. Lo stop è stato per noi una doccia fredda, in un periodo in cui c'è esposizione di liquidità per l'inizio delle produzione sugli ordini ricevuti. Abbiamo perso dal 35 al 40 per cento rispetto alle previsioni. Ma siamo pronti a riprendere».

Per la nautica, l'adeguamento alle prescrizioni sanitarie fissate dal governo per le aziende è più facile. Gli spazi a disposizione nei cantieri sono ampi per ogni addetto. Conferma Stanislao Esposito: «Nel mio cantiere abbiamo a disposizione 2000 metri quadri, le distanze tra operai sono ampie». E aggiunge Renato Martucci, titolare dei cantieri Gagliotta di Torre Annunziata: «Va considerato che sulle imbarcazioni gli operai salgono a turno per il montaggio di componenti diverse. I contatti sarebbero più legati alla pausa mensa, ma ognuno sta risolvendo organizzando spazi alternativi».
 
L'attività di molte aziende è legata alla costruzione di imbarcazioni, ma anche ai rimessaggi. Sono circa 4mila le aziende in Campania, compreso l'indotto. Dice Domenico Senese, titolare del cantiere Mimì a Napoli: «Noi abbiamo una consegna media di 100 barche all'anno, con una metà nel periodo proprio di marzo-aprile. Abbiamo ricevuto un annullamento di ordini del 30 per cento. Molti concessionari, sia italiani sia stranieri, nell'incertezza hanno revocato la commessa. Ci auguriamo che la ripresa del 4 maggio sia davvero reale».

«Dal presidente De Luca abbiamo avuto indicazioni interessanti - dice il presidente dell'Afina, Gennaro Amato - Ci è stato sempre molto vicino anche il ministro Gaetano Manfredi - La Campania rappresenta il 2 per cento del Pil del settore. La ripresa è molto legata alla possibilità che le barche possano essere rimesse in mare».
 
Al di là del riavvio della produzione è proprio questa la vera incognita della nautica: le regole che saranno date alle barche dei privati nel dopo emergenza. Dice Renato Martucci: «In teoria, proprio sulla barca si può avere sicurezza se la navigazione è fatta in famiglia. Gli spazi sono sufficienti per evitare problemi legati al virus. Noi abbiamo chiesto 13 posizioni di cassa integrazione per i dipendenti, ma ancora non sono arrivati i fondi. Per ora, il vero problema affrontato è stato quello finanziario. Speriamo che non diventi anche problema economico».


È il vero timore del settore nautica, che spera nella ripresa legata all'estate. Ma l'incognita resta la possibilità per la clientela di poter rimettere in mare le imbarcazioni. Incognita legata alle prescrizioni che deciderà il governo. Spiega Stanislao Esposito: «Ho una quarantina di rimessaggi, con una clientela di amici che comunque mi è stata vicina. È una prerogativa forse del settore, che ha spesso una base di clienti abituali, soprattutto nei rimessaggi e nella tenuta delle imbarcazioni». Cantieri nautici, dunque, pronti alla ripartenza. Da oggi via alle operazioni di preparazione alla riapertura.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino