Boom di irregolarità durante i test di medicina. E Napoli, in particolare l'Università Federico II, è la più scorretta dopo Roma. In...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Proprio in queste città, infatti, sono stati denunciati il maggior numero di casi sospetti e, a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione della graduatoria nazionale (anticipata intanto dai punteggi on line sul sito Universitaly), prevista per il prossimo 3 ottobre, impazzano le polemiche. Centinaia di aspiranti camici bianchi si sono rivolti a Consulcesi, network legale leader nella tutela dei medici e di chi vuole diventarlo, che ha messo a loro disposizione il portale web www.numerochiuso.info, un vero e proprio sportello virtuale per avere informazioni su come tutelarsi riguardo possibili scorrettezze durante l’esame.
Tra le denunce più frequenti risultano: problemi relativi alla scheda anagrafica (19% dei casi), non rispetto delle tempistiche (15%), mancati controlli (13%) e utilizzo di smartphone (10%). «Al termine dello svolgimento del test, - segnala Marco B., aspirante medico di Roma – i presidenti hanno ritirato le penne a tutti, lasciando però ad ognuno di noi il foglio con le risposte sul banco per un’ulteriore abbondante mezz'ora. In questo modo, chi aveva una penna in tasca ha potuto continuare indisturbato a segnare e correggere le risposte, consultandosi con gli altri».
«I commissari si sono limitati a trascrivere il numero del documento d’identità – denuncia un altro studente – senza procedere al controllo della foto per verificare l'identità del candidato».
«Il responsabile della mia aula ha deciso di far partire il tempo a nostra disposizione e solo dopo di leggere le istruzioni fornite dal Miur. Così facendo – sottolinea Marta C., che ha sostenuto il test a Bologna – io mi sono trovata con una decina di minuti in meno».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino