Le elezioni per il rettore dell'Università Federico II sono senza dubbio assai tormentate. Al di là del testa a testa tra i due candidati c'è stato un...
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I RICORSI ACCOLTI
Il Tar ha dato ragione a cinque ricorrenti dei nove esclusi dalle liste elettorali della seconda tornata (una persona è deceduta, e un altro invece aveva diritto al voto nella prima tornata ma nel frattempo è andato in pensione e quindi escluso correttamente). La motivazione del presidente Veneziano è formale poiché impossibilitato a entrare nel merito, e ha ritenuto opportuno permettere agli esclusi di partecipare alle elezioni poiché la modalità di esclusione non è stata eseguita correttamente dal Responsabile Unico del Procedimento federiciano. Il Rup avrebbe comunicato al presidente di seggio i nomi da cassare, mentre invece la competenza è esclusiva del decano Angelo Alvino, secondo l'articolo 6 del regolamento generale di ateneo. Dopo il primo errore, quindi, ce n'è stato un secondo, confermando ancora una volta una superficialità nelle procedure. I ricorrenti sono Ugo Cesari, Antonio Lapenna, Ciro Rossi, Carlo Piergentili, difesi dall'avvocato Andrea Abbamonte, e Raffaele Vanoli difeso dall'avvocato Enrico Soprano. Il presidente Veneziano ha quindi accolto le due istanze in via cautelare, ma non è escluso che altri (o perfino la Direzione generale o il Rup della Federico II) facciano ricorso a loro volta poiché, formalmente queste persone non appartengono più alla Federico II perché sono o andate in pensione o trasferite in altre sedi universitarie. I tempi anche di una procedura d'urgenza però non potrebbero essere sufficienti e non è escluso che si possa invalidare tutta la seconda tornata. Intanto nel secondo giorno hanno votato in 2.331 circa il 89 per cento, e dopo la chiusura dei seggi alle 14 ci sarà lo spoglio, forse ancora più tormentato di quello della scorsa settimana con i 1.262 voti per Califano e 1.261 per Lorito.
LA BATTAGLIA DI PSICOLOGIA
Oltre a questa, l'Università Federico II ha un'altra tegola legale. Sotto accusa il metodo di accesso a Scienze e Tecniche Psicologiche basato unicamente sul voto di maturità, che ha lasciato fuori numerosi studenti. Sono almeno un centinaio e tramite l'Unione degli Universitari hanno deciso di ricorrere contro la decisione dell'ateneo, grazie all'assistenza legale gratuita dell'avvocato Michele Bonetti. «Non ci sono gli estremi per approvare questo accesso programmato, mancano i requisiti previsti dalla normativa» ha spiegato Marco Campagna dell'esecutivo nazionale Udu che entro lunedì procederà con il ricorso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino