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Chiaia, per ora, è orfana di libri. Ma come sarà la Feltrinelli dopo il restyling che dovrebbe essere completato tra maggio e giugno? Per ora si sanno tre cose certe, anzi quattro. Bar e piano meno due - come confermato dal colosso dell'editoria - non riapriranno più, nell'ottica di un ridimensionamento degli spazi che «costituirà un ammodernamento dei locali e non andrà a intaccare la superficie di vendita». Ma - venendo al quarto punto - a quale modello sarà ispirata la nuova libreria di via Santa Caterina? Proprio questa è la novità che ha confermato ieri al Mattino la stessa Feltrinelli: «La ristrutturazione procederà sulla scia di quella di piazza Piemonte a Milano». Nell'attesa che i progetti degli architetti per Chiaia - ora in fase di rifinitura - siano completati, vediamo, dunque, come si presenta la struttura milanese. E quali sono le differenze principali con l'ormai ex disposizione degli spazi nell'ex punto vendita di piazza dei Martiri.
La struttura di piazza Piemonte si chiama «Feltrinelli, Libri e Musica», in linea con l'idea di un restyling mirato ad attrarre le nuove generazioni, con aree pensate anche per gli influencer della letteratura. Ma è soprattutto dal punto di vista architettonico che la differenza con Chiaia salta agli occhi. Quella nei pressi della stazione Wagner, nel capoluogo lombardo, è una libreria open space, che si sviluppa in ampiezza, e non su piani separati (come nel vecchio stile di piazza dei Martiri). I livelli di vendita e le relative sezioni, sono cioè aperti e visibili dall'alto e dal basso. E chissà che questa dell'open space non sia una delle idee al vaglio degli architetti per i locali di Chiaia. Quanto all'aspetto contenutistico e alla svolta social, in piazza Piemonte spicca un'area dedicata alle «videorecensioni» dei libri. Un grande tablet a disposizione degli aspiranti lettori, per invogliarli all'acquisto con uno spot live e ad hoc.
E non solo: tra le innovazioni principali di piazza Piemonte c'è la natura ibrida della struttura tra reale e digitale: ogni contenuto, in sostanza, è fruibile online e offline, in entrambe le modalità. E, non ultimo, è disponibile un servizio whatsapp che consente un contatto immediato in chat tra clienti e staff. «Aropp simmo cchiù bell! - recita il cartello affisso all'esterno della libreria - Nell'attesa vi spettiamo nelle nostre librerie in via dei Greci, Stazione Centrale e sempre aperti su lafeltrinelli.it». Intanto, senza il punto vendita di piazza dei Martiri, la città ha perso uno dei suoi spazi culturali più importanti. Il libro a Napoli è tutt'altro che policentrico e delocalizzato, al contrario dei bar e delle friggitorie. La penuria di spazi letterari, oltretutto, accomuna le periferie alle zone borghesi. Ponticelli a Posillipo, Scampia a Chiaia. Sono cinque le Mondadori partenopee (tra point e bookstore) e quattro le Feltrinelli, contando anche quella chiusa di piazza dei Martiri e quella interna allo scalo di Capodichino. Si sa che, dopo la ristrutturazione, a Santa Caterina ci sarà un «ridimensionamento degli spazi», che porterà «il piano meno due - cioè quello che negli anni scorsi ha ospitato le presentazioni di libri - ad altre destinazioni».
Lo spazio eventi, in pratica, sarà dislocato in un'altra zona della libreria. Quanto al caffè interno alla Feltrinelli, chiuderà. Al contrario del Red Cafè di piazza Piemonte, che è aperto e fu inaugurato nel 2020, con tanto di dark light con finitura a effetto lanterna vetro flûte e design artistico a cappello luminoso per l'insegna del bar. Al Nord, numeri alla mano, il mercato delle lettere rende di più. Le librerie invece stentano, all'ombra del Vesuvio, e per provare a risollevare il mercato della cultura, il Comune - come spiegato nelle settimane scorse dal delegato del sindaco alle Biblioteche Andrea Mazzucchi - sta pensando all'allestimento di «spazi per i librai indipendenti nelle sale di lettura in via di recupero», a partire dal progetto di San Domenico Maggiore.
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