Fermo il piano di smaltimento ecoballe, l'ira di Costa: «Una vergogna»

Fermo il piano di smaltimento ecoballe, l'ira di Costa: «Una vergogna»
«Le ecoballe sono una vergogna italiana che non solo non ci possiamo permettere, ma non vogliamo neanche subire. Lo dico da cittadino di questa terra oltre che da...

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«Le ecoballe sono una vergogna italiana che non solo non ci possiamo permettere, ma non vogliamo neanche subire. Lo dico da cittadino di questa terra oltre che da ministro»: Sergio Costa chiede un'accelerata sullo smaltimento dei sei milioni di tonnellate di spazzatura impacchettata che ancora infestano la Campania. E scoppia la polemica. «Il governo nella scorsa legislatura ha dato le risorse alla Regione per lavorare le ecoballe e fare in modo che vengano spostate. Noi abbiamo lasciato le risorse, ma ora vogliamo vedere i risultati», incalza il ministro intervenendo a Giugliano a un convegno sulle bonifiche al quale partecipa anche il presidente dell'Anac Raffaele Cantone, che si schiera sullo stesso fronte e sottolinea: «Le ecoballe sono ancora lì, malgrado gli appalti siano in gran parte partiti e malgrado l'assistenza dell'Anac, malgrado l'impegno della Regione che è fuori discussione. Ma il risultato pratico poi spesso non è in linea con le aspettative». Valutazioni amare che partono da un dato: finora solo trecentomila tonnellate di spazzatura imballata sono sparite. Sulle piazzole ne restano più di cinque milioni. Ma la Regione non ci sta a fare da capro espiatorio e in pomeriggio il vicepresidente Fulvio Bonavitacola in una lunga nota spiega: «In un contesto nazionale ed europeo diverso sarebbero state rispettate le previsioni tempistiche originarie. Nel nuovo contesto è un miracolo quello che si sta facendo. E che sarà portato fino alla definitiva e storica soluzione di un problema che prima della giunta De Luca era ritenuto universalmente irrisolvibile».

 
Il contesto a cui allude Bonavitacola è semplice: i rifiuti campani, ma anche quelli delle altre regioni in difficoltà, non li accetta più nessuno, i costi sono saliti alle stelle e le gare vanno comunque deserte. Un bel problema visto che la prima azione prevista dalla giunta per utilizzare i finanziamenti stanziati nel 2015 dall'allora governo Renzi era proprio il trasferimento fuori regione. Partirono due gare d'appalto che affidarono ai vincitori 881.934 tonnellate; invece finora sono sparite solo 293.937 tonnellate, con una percentuale di rimozione del 33,32 per cento. Il piano poi prevedeva altri due step con la realizzazione di due impianti: il primo dovrebbe produrre combustibile solido secondario e dovrebbe essere realizzato nello Stir di Caivano; il secondo prevede il recupero della materia riciclabile in un capannone da realizzare ex novo in un'area già adibita a centrale Enel a Ponte Riccio, a Giugliano. «Si tratta di due impianti che tratteranno insieme 600 mila tonnellate all'anno, cioè quasi quanto il termovalorizzatore di Acerra, con procedure di trattamento che non prevedono incenerimento», spiega Bonavitacola. Un progetto non condiviso da Costa: «Spostare le ecoballe di circa 10 km, tra l'altro presso un sito soggetto a bonifica, non ha senso, ma sul tema la competenza è esclusiva della Regione».


In ogni caso appaltare gli interventi non è stato facile: le prime gare sono andate deserte e adesso si sta procedendo con una laboriosa procedura negoziata. «Per Caivano proprio oggi l'Anac ha dato ok alla commissione di valutazione dell'offerta finale. Quindi nei prossimi giorni si concluderà una complessa gara con l'aggiudica finale», dice ancora Bonavitacola sottolineando anche che per l'impianto di Giugliano la gara è in avanzato svolgimento. Ma i tempi per giungere alla lavorazione non saranno brevi. Ed è quindi prevedibile che le polemiche continueranno: le balle saranno argomento da campagna elettorale. Già ieri sono intervenuti il consigliere regionale dei 5 Stelle Vincenzo Viglione («affiancheremo con resonsabilità una giunta incapace) e il presidente del gruppo di Forza Italia, Armando Cesaro: «È evidente - ha detto - che in Campania è mancata una visione strategica, una capacità di governance e anche un piano B». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino