Festa dei Quattro Altari a Torre del Greco, il ritorno fra tradizione e futuro

Festa dei Quattro Altari a Torre del Greco, il ritorno fra tradizione e futuro
Un nuovo concept della «Festa dei Quattro Altari», con il rinnovo delle tradizioni artistiche come altari e tappeti: spazio ai giovani ma avvalendosi...

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Un nuovo concept della «Festa dei Quattro Altari», con il rinnovo delle tradizioni artistiche come altari e tappeti: spazio ai giovani ma avvalendosi dell'esperienza dei giganti della storia e della tradizione. Con la consapevolezza, però, di alcuni limiti dovuti ai cambiamenti dei tempi. Ecco l'idea dell'amministrazione comunale, con il sindaco Giovanni Palomba e con l'assessore agli Eventi Enrico Pensati, che ha inserito nella prossima variazione di bilancio di circa 10 milioni di euro anche un capitolo dedicato alla cosiddetta «Festa e l'Uttava».

Nata come celebrazione del Corpus Domini (istituita da Papa Urbano IV nel 1264), la manifestazione appare a Torre del Greco nel XVII Secolo (si narra di due processioni: una nel giorno del Corpus Domini e l'altra otto giorni dopo, da qui il volgarismo «all'Uttava»); poi dal 1699 al motivo religioso si è aggiunto quello del Riscatto baronale dei torresi, per cui la tradizione è diventata identitaria della città corallina. Per anni la festa, di solito organizzata a giugno, ha scritto pagine di storia della città con i capolavori di artisti come Salvatore Flavio Raiola, Raffaele De Maio, Aniello Fortunato, Carlo Parlati e molti altri (per gli altari a tema religioso, grosse tele posizionate in quattro punti nevralgici del centro storico, e cioè al confine tra via Piscopia e via Roma, in piazza Luigi Palomba, in corso Garibaldi e a corso Umberto), per i tappeti di fiori collocati nelle chiese ma anche per gli spettacoli collaterali. Dal 2009 però, la festa non si celebra più perché quell'anno, sebbene fosse stata anche finanziata, Ciro Borriello, all'epoca sindaco, decise di soprassedere per rispetto ai problemi legati al rischio chiusura del Maresca. Da allora l'argomento torna sempre in voga, tante sono state le pubblicazioni e i tentativi di riportarla in vita tra le diverse scuole di pensiero, la nostalgia di molti cittadini e le domande dei giovanissimi che ne hanno solo sentito parlare. «L'intenzione dell'amministrazione - ha spiegato l'attuale sindaco Palomba - è di recuperare la parte artistica della festa, cioè altari, tappeti e giardini. Ovviamente non possiamo pensare a una kermesse come quella di una volta perché i tempi sono cambiatii. L'idea è di proporla ad ottobre, in concomitanza con la festa di San Vincenzo Romano e dell'Immacolata, ma come rappresentazione artistica. Per i tappeti è più facile, contiamo di farli realizzare nelle chiese o a Palazzo Baronale e lasciarli in mostra permanente; per gli altari è un po' più complicato ma contiamo su una commissione formata da Comune, associazioni e clero, che saprà trovare soluzioni idonee».

Un focus sulla festa è in atto, proprio in queste ore nell'ambito della kermesse Vulcano 4S, organizzata da Comune e Proloco con fondi della Città Metropolitana. Oggi a Villa Macrina, parte la mostra «Quattro Altari tra sacro e profano» che sarà seguita da un'omonima conferenza cui parteciperà il maestro Raffaele De Maio. Il direttore artistico di Vulcano 4S, Liborio D'Urzo, si occupò della direzione della Festa dei Quattro Altari nel 1999, quando si festeggiò il 300enario. «In quella occasione - D'Urzo - volli dare spazio ai giovani che secondo me, dovrebbero essere più coinvolti. La Festa è quella che ha sempre creato maggiori polemiche, anche perché c'è uno scontro tra i puristi che vorrebbero solo salvarne l'aspetto religioso e chi invece difende anche l'aspetto pagano e della tradizione che va recuperata». 

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Il Mattino