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«È stato Maradona, è stato lui a fare il miracolo da là sopra», ripete Antonio, davanti all'immagine sacra del murale di via De Deo. Poi alza gli occhi e fissa il Pibe come se fosse San Gennaro. Intorno a lui, migliaia di tifosi che ridono e piangono di gioia, che sventolano bandiere e cantano nel nome di Diego, oppure semplicemente se ne stanno in silenzio, commossi, a sentirsi la pelle d'oca sulle braccia. È l'atmosfera da religione laica dei Quartieri Spagnoli che va in scena mentre a Fuorigrotta gli azzurri alzano la Coppa scudetto attesa da 33 anni. Proprio dall'anno in cui Filardi, per celebrare il secondo scudetto vinto dal Pibe, realizzò il murale che oggi ha fatto rinascere i vicoli alle spalle di via Toledo. Il destino annoda i cerchi della storia utilizzando i suoi protagonisti. E Diego Armando Maradona, senza dubbio, è uno di loro. A salutarlo, l'altra notte è arrivata qui anche sua figlia Gianinna.
Non solo Plebiscito, piazza Mercato e Scampia. La festa è anche qui, nella Mecca del calcio nata dal basso. Ed è una festa ininterrotta, partita al mattino e che prosegue anche in queste ore. Il flusso di tifosi provenienti da ogni angolo del mondo verso Largo Maradona, è un fiume in piena in questa ex area parcheggio che, dalla morte di Maradona, è diventata meta del pellegrinaggio di ultras e intellettuali, tifosi dal cuore azzurro o argentino, blaugrana o giallorosso. «San Maradona ha mantenuto le promesse, quest'anno - dice Manuela, dalla Bodega de Dios - Hanno vinto tutte le sue squadre: il Napoli, il Siviglia, il Barcellona, l'Argentina».
Intorno alle 21 la festa è un'esplosione vulcanica. Come i canti che irradiano i Quartieri. «Vesuvio erutta», appunto, «La Mano de Dios», «Ho visto Maradona», «Un giorno all'improvviso», «Difendo la città»: tra i vicoli i cori sono tutti per Diego e per gli azzurri. Registratori di cassa di ristoranti e bar sempre attivi. Poi trombette, fuochi d'artificio, bandiere che sventolano fio a via Toledo. Come la zona del murale, anche la stazione della linea 1 di Montecalvario (che si collega a Toledo) ieri è diventata uno stadio. Gradinate piene di maglie azzurre per assistere al match trasmesso da uno dei nuovi bar aperti in zona, grazie all'indotto portato dal turismo maradoniano. Decine di fumogeni al fischio finale. E anche più di un petardo esploso. Ma, accanto ai boati per i gol e ai sorrisi dei visitatori, vanno rilevati anche gli scooter, centinaia, che producono altrettanti slalom tra la folla di supporter di ogni età, napoletani e stranieri, che passeggiano tra i vicoli dei Quartieri. Andrà risolto a breve, il discorso sul progetto di pedonalizzazione di cui attualmente si stanno occupando Comune e municipalità 2. Ieri è andata bene, ma i rischi sono tanti: auto e motorini (spesso guidati da minorenni e con tre o più passeggeri) sfiorano i passanti nel pieno della festa. Ma per ora, appunto, ha vinto la gioia. Il Napoli è sul tetto d'Italia. E i Quartieri Spagnoli, grazie a Maradona, sono rinati. Tutto qui parla di D10s.
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