Più che un cantiere, un cratere. Un solco largo cinque o sei metri scavato nel bel mezzo dell'asse principale che da Portici, costeggiando il Porto, tira dritto...
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E, soprattutto, non per scelta. Bensì, imprigionati nell'abitacolo della propria auto. Dettagli? Non proprio. Perché sulla strada del mare, via Marina, l'unico tuffo possibile è in questo fiume di auto che dalle prime ore del mattino prende d'assedio l'arteria occupata dai lavori. Così, nel primo lunedì di settembre, l'impatto con la normalità è impietoso: addio sole e quiete, paesaggi incantati e idilli con la natura. Che siano stati mari o monti, al ritorno ti aspetta la giungla: quella urbana, da forzati del traffico, dove ululano solo i clacson. E con tanto di cielo a pecorelle ad annunciare che la pacchia è davvero finita. Traffico e nuvole. E allora rieccola, via Marina: non proprio come l'avevamo lasciata, ma quasi. «Migliaia di persone arrivano dai paesi: io stesso abito ad Acerra, e invece di uscire a San Giovanni sono costretto ad andare per Gianturco, scegliendo strade secondarie. Ma la vera prova del nove l'avremo quando torneranno tutti al lavoro e riapriranno le scuole», prevede Ciro Fiscardi, che da quindici anni gestisce l'edicola di fronte al Molo Beverello, ma anche un infopoint non ufficiale. «Mi ritrovo a dare centinaia di informazioni ogni giorno: non capisco cosa aspetti il Comune ad aprire un ufficio informazioni in un punto così cruciale» si domanda, mentre risponde a due anziani turisti tedeschi. Rigorosamente in tedesco. Ma è dal Loreto Mare che la densità delle auto aumenta pericolosamente.
Da ieri mattina le corsie aperte alla circolazione sono state spostate sul lato mare, sono state eliminate le manovre di svolta e il relativo semaforo all'incrocio di via Gianturco con via Marina. Correttivi che hanno fluidificato un po' il flusso continuo di auto. Ora il fiume in piena che entra ed esce dalla città lambisce l'area portuale e passa davanti all'Ufficio scolastico regionale, invadendo una strada di solito poco battuta e appena rifatta, dove non mancano i primi avvallamenti. Intanto, nel tratto più interno, le tute arancioni lavorano per non sforare i tempi. La consegna è prevista in primavera, ma si spera in un miracolo di efficienza che anticiperebbe la fine dell'incubo a inizio 2017.
«Stanno lavorando a pieno ritmo, spesso anche di notte», testimonia Anna, custode del civico 69 di Via Reggia di Portici.
Il Mattino