Il conflitto tra i vertici della Fondazione BancoNapoli e i consiglieri in disaccordo con la gestione del presidente Marrama riparte dalle aule di tribunale. Una sentenza del...
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In questo caso ad agire contro Fimmanò, tuttavia, non è Marrama, ma un curatore speciale. Si tratta di una figura molto particolare, che agisce in giudizio in nome e per conto della Fondazione, come se ne fosse l'amministratore, ma in maniera del tutto autonoma dai veri amministratori dell'ente, perché nominato dal Tribunale come figura terza. Per l'incarico di curatore era stato nominato il presidente dell'Ordine degli avvocati di Roma, Mauro Vaglio, che, a sua volta, aveva dato incarico di agire in giudizio a difesa della Fondazione all'avvocato Antonio Caiafa. Quest'ultimo, nell'atto di reclamo, ha definito l'ordinanza del giudice basata su una «lettura superficiale degli atti», ritenendo che la decisione del giudice fosse fondata erroneamente su uno Statuto della Fondazione sbagliato, ovvero sul nuovo Statuto e non su quello vecchio, che era in vigore all'epoca dei fatti che hanno riguardato Fimmanò. Nel reclamo si evidenzia poi come il giudice abbia emesso il provvedimento cautelare sostenendo che non esistono motivi di incompatibilità a carico di Fimmanò, confondendo le motivazioni che portarono alla sospensione temporanea della decisione sul suo ingresso in Consiglio con quelli che portarono al diniego del suo ingresso nell'assemblea dell'ente. La motivazione per il diniego non fu, infatti, basata sull'incompatibilità, ma sul fatto che Fimmanò, secondo i consiglieri generali dell'ente, aveva tenuto, ancor prima del suo ingresso in Consiglio, una serie di atteggiamenti, ed assunto una serie di iniziative, che avrebbero a dire dei consiglieri - danneggiato la Fondazione stessa. Ma Fimmanò è pronto a dare battaglia già oggi in udienza.
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Il Mattino