Fulmine sul deposito giudiziario, a fuoco cento veicoli: notte di paura a Casoria

Fulmine sul deposito giudiziario, a fuoco cento veicoli: notte di paura a Casoria
Casoria. Un fulmine della prima vera burrasca di autunno, che si è abbattuta la notte scorsa nel napoletano, centra un deposito giudiziario di auto e moto sequestrate....

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Casoria. Un fulmine della prima vera burrasca di autunno, che si è abbattuta la notte scorsa nel napoletano, centra un deposito giudiziario di auto e moto sequestrate. Immediato, si è sviluppato un incendio che in meno di due ore ha «divorato» oltre cento veicoli.




Una notte di terrore, pioggia battente e fuoco e fiamme, quella che hanno vissuto centinaia di residenti della popolosa zona di via Duca D’Aosta a Casoria, dove è ubicato il deposito giudiziario della ditta «D.G.», nel cui piazzale sono posteggiati auto, moto e altri veicoli, dove si è abbattuta una saetta nel corso del violento temporale con tempesta di fulmini, tanto maestoso da essere fotografato persino dalla stazione orbitante spaziale dall'astronauta americano Scott Kelly.



L’intenso calore sviluppato sul terreno dalla caduta del fulmine ha incendiato all’istante una decina di veicoli, le cui fiamme hanno poi finito per innescare il fuoco anche alle altre vetture posteggiate nelle immediate vicinanze. Le fiamme hanno anche danneggiato alcune abitazioni di via Gioberti, una strada parallela a via Duca D’Aosta, e un’anziana donna, sofferente di ipertensione, per lo choc è stata ricoverata in ospedale.



Il botto della potente scarica elettrica ha svegliato di soprassalto tutti gli abitanti della zona, che terrorizzati hanno tempestato di telefonate i centralini di carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto si sono precipitati una ventina di carabinieri della compagnia di Casoria, coordinati dal capitano Pierangelo Iannicca, tre squadre dei vigili del fuoco, e alcune ambulanze del 118. I pompieri sono riusciti a spegnere le fiamme e i continui focolai, alimentati dal particolare materiale, solo a notte inoltrata.



Sulle cause naturali dell’incendio non ci sono dubbi. I carabinieri, che pure nei primi drammatici momenti, avevano ipotizzato un raid incendiario del racket delle estorsioni, dopo aver visionato il video delle telecamere di video sorveglianza che riprendeva la caduta del fulmine, hanno archiviato la vicenda, che è finita al bancolotto.

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Il Mattino