A quattro anni esatti dal blitz anti-assenteismo che ha fatto tremare il Comune di Ercolano, il processo a carico dei 34 vigili urbani imputati per falso e truffa ai danni dello...
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CINQUANTA EPISODI
Nei giorni scorsi, davanti ai giudici del tribunale partenopeo, si è tenuta l'ultima udienza. Ha testimoniato uno degli investigatori che hanno partecipato alle meticolose indagini condotte dalla procura. Appostamenti, foto, riprese filmate nel comando di polizia municipale di vico Posta, l'epicentro dello scandalo. Un'attività investigativa meticolosa ricostruita nei dettagli da un maresciallo dei carabinieri all'epoca in servizio a Torre del Greco. Sotto la lente d'ingrandimento una cinquantina di episodi. Dai pianisti che timbravano il cartellino per i colleghi che però non erano in ufficio a chi avrebbe falsificato i registri d'ingresso. E ancora i vigili urbani che invece di dirigere il traffico sbrigavano commissioni personali. E persino chi è stato sorpreso a prendere il treno quaranta minuti prima della fine del turno. Tutto documentato, secondo investigatori e pm. Ma contestualmente alla deposizione dell'investigatore il giudice ha dichiarato estinti per intervenuta prescrizione ben quarantacinque capi d'imputazione. Il processo è stato poi rinviato e nei prossimi mesi, sicuramente prima della possibile condanna di primo grado, potrebbe scattare la prescrizione anche per le altre accuse contestate.
I PRECEDENTI
Un film già visto all'ombra del Vesuvio qualche anno fa. Nel 2009 a Portici finivano sotto inchiesta 35 dipendenti comunali accusati di assenteismo. Qualche anno fa - dopo un processo giocato su cavilli e rinvii e di fatto mai arrivato nemmeno a una sentenza di primo grado - è scattata la prescrizione per tutti gli imputati. Un disastro che costò alle casse del Comune 360mila euro di soldi pubblici: il conto presentato dalla Corte dei Conti per i presunti danni generati dai dipendenti accusati di assenteismo. Una storia che si ripete oggi a Ercolano. Anche se nella città degli Scavi gli agenti indagati sono già stati puniti - dalla commissione d'indagine interna aperta dal Comune - con 5 licenziamenti e 27 sospensioni a tempo. Provvedimenti sui quali, tra l'altro, pendono diversi giudizi innanzi ai giudici della sezione civile del tribunale di Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino