Furgone sui passanti a Napoli, un morto: il conducente ​era in cura psichiatrica

Furgone sui passanti a Napoli, un morto: il conducente era in cura psichiatrica
Trenta minuti di follia. Abbastanza per spezzare una vita e distruggerne altre due. Una corsa terrificante tra urla, sangue e corpi calpestati dai pneumatici di quel Doblò...

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Trenta minuti di follia. Abbastanza per spezzare una vita e distruggerne altre due. Una corsa terrificante tra urla, sangue e corpi calpestati dai pneumatici di quel Doblò della Fiat guidato da un uomo con problemi psichiatrici. Emergono nuovi retroscena sulla storia del furgone impazzito che venerdì ha seminato morte e terrore nelle strade della provincia di Napoli. E vengono fuori le fragilità e le debolezze di Francesco De Luca, l’uomo alla guida che per chissà quale ragione ha rubato il furgone iniziando a investire dei passanti innocenti. I carabinieri hanno ricostruito quei 30 maledetti minuti di follia, istante per istante. A cominciare dal momento in cui De Luca, vestito di nero, inizia a muoversi attorno a quel furgone parcheggiato su un marciapiede di via Lufrano, a Volla. Nel camioncino delle consegne ci sono le chiavi e i documenti. Il proprietario lo ha lasciato lì per consegnare un pacco. Il ventinovenne decide di entrare in azione, sale sul Doblò e inizia la sua corsa mortale. Il resto del suo cammino sarà macchiato dal sangue delle sue vittime. 


Il primo a cadere è Luigi Guadagno. Viene investito in viale del Progresso, a Cercola, a pochi passi dal civico 4 intorno alle 11 del mattino. L’uomo di 73 anni nonostante la disperata corsa in ospedale e un’operazione chirurgica è morto tra le braccia dei medici venerdì pomeriggio. Poco pià tardi, sono le 11.15, il centralino del 118 squilla ancora. Ai bordi della strada, riversa in una pozza di sangue e lacrime, c’è Luisa Esposito. La donna, 47 anni, è stata investita dal furgone bianco sempre in viale del Progresso. Il Doblò guidato da De Luca l’ha puntata e centrata, spingendola di forza nei campi che costeggiano la carreggiata. Passa solo qualche minuto ed ecco arrivare la terza chiamata. Stavolta da Volla, in via Verdi, dove è stata investita la 42enne Loredana Di Stadio. E anche in questo caso i testimoni raccontano la stessa, terribile versione: un furgone bianco, un uomo alla guida, tutto fa pensare a un investimento volontario. Scatta la caccia all’uomo su tutto il territorio. A Ponticelli viene trovato il furgone macchiato di sangue. In serata De Luca si consegna ai carabinieri di Volla, accompagnato da sua madre.

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Il ventinovenne è stato fermato per tentata strage e omicidio. Domani ci sarà l’udienza di convalida del fermo. Per ora non è chiaro agli investigatori cosa abbia spinto quell’uomo a dar vita a quella folle corsa. Di certo c’è che De Luca è da tempo sottoposto a trattamenti psichiatrici ed è in cura al Sert. Ieri ha incontrato il suo avvocato, Giuliana Arrà. Il legale ha ribadito che De Luca «non è presente a se stesso e non è stato in grado di spiegare cosa avesse fatto». Si attende l’esito del narcotest, che potrà rivelare se l’uomo era sotto l’effetto di droghe. Anche ai carabinieri De Luca non ha fornito alcuna versione, trincerandosi nel silenzio. Lo stesso silenzio, però di lutto, che oggi avvolge la città di Volla. «La tragica vicenda di ieri ha portato via un uomo che conoscevo personalmente fin da quando ero bambino, Luigi Guadagno. Un uomo e un lavoratore esemplare, sempre presente per la famiglia e disponibile con il prossimo»: lo ricorda così il sindaco di Volla, Giuliano Di Costanzo.



Tra i tanti punti bui di questa storia spunta però anche qualche raggio di luce. Notizie confortanti, infatti, arrivano dall’Ospedale del Mare dove sono state dichiarate fuori pericolo le due donne ferite. Per Luisa Esposito la prognosi è di 30 giorni, mentre a Loredana Di Stadio è stata riscontrata una frattura al femore e un ematoma al rene. La donna sarà operata nelle prossime ore ma non è in pericolo di vita.
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Il Mattino