Una tonnellata e seicento chili di rame composte da trecce, corde nonché numerose barre di conduzione per cabine di sottosezioni elettriche sono state...
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Il materiale, nascosto tra alcuni scarti ferrosi, era stoccato presso una ditta di recupero di rottami sottoposta a controllo da parte dei poliziotti che ne hanno verificato l’indebita detenzione. Infatti il titolare dell’azienda, un trentottenne residente nella provincia di Napoli, non è stato in grado di fornire alcuna documentazione attestante la provenienza del rame, confermando, quindi, l’illecito stoccaggio del prezioso rifiuto.
Pertanto l’uomo è stato denunciato per violazione della normativa sulla gestione dei rifiuti speciali mentre sono ancora in corso indagini per tracciare la provenienza del materiale che è stato riconosciuto come prodotto in uso anche negli impianti delle FS Italiane.
Sempre nella giornata di ieri, nell’ambito dell’operazione “Oro rosso”, i poliziotti della Polfer hanno riscontrato, presso un’azienda di smaltimento con sede in provincia di Caserta, delle irregolarità nella gestione dei registri di carico e scarico dei rifiuti ferrosi non pericolosi. Al titolare, gli agenti hanno contestato la violazione amministrativa relativa alla inosservanza delle prescrizioni dettate dalla normativa in materia ambientale, elevando una contravvenzione di duemila euro.
L’attività di contrasto ai furti di “Oro rosso”, svolta dagli agenti della Polizia Ferroviaria di Napoli con servizi di pattugliamento delle linee ferroviarie ed il monitoraggio delle aree maggiormente a rischio, in sinergia con la Protezione Aziendale del gruppo FS, ed estesa anche al controllo di diversi depositi di smaltimento di materiali ferrosi situati sul territorio regionale, ha permesso di ottenere un sostanziale calo dei furti di rame che, in dati percentuali rispetto agli anni precedenti, si attesta intorno al 60% in meno, facendo registrare anche una controtendenza che da un lato vede l’aumento del valore del costoso metallo e dall’altro una netta diminuzione dei furti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino