Giudice di pace di Capri, muore il cancelliere: chiudono gli uffici

Giudice di pace di Capri, muore il cancelliere: chiudono gli uffici
«Giustizia negata». A Capri non usano mezzi termini nel giudicare lo spostamento a Napoli dell'Ufficio del Giudice di Pace. Per chi vive sull'isola la...

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«Giustizia negata». A Capri non usano mezzi termini nel giudicare lo spostamento a Napoli dell'Ufficio del Giudice di Pace. Per chi vive sull'isola la decisione della presidente del Tribunale di Napoli, Elisabetta Garzo, che ha disposto il trasferimento fino al 31 dicembre 2021, equivale a negare la giustizia. Parte da queste premesse l'esposto del delegato per l'isola di Capri dell'Unione Nazionale Consumatori, l'avvocato Teodorico Boniello. Un duro documento inviato al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al Tribunale di Napoli e al prefetto di Napoli Marco Valentini.

A causare la chiusura dell'Ufficio del Giudice di Pace è stato il decesso dell'ultimo cancelliere. «Si tratta di un provvedimento  ingiusto e gravemente lesivo dei diritti fondamentali dei cittadini capresi - si legge nel documento - e, in particolare, viola, in maniera evidente, il diritto all'accesso alla giustizia ed alla difesa, diritti garantiti costituzionalmente ed inviolabili e non tiene soprattutto conto delle peculiarità geografiche di un'isola, come Capri». 

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L'Unione Consumatori tira in ballo anche le aumentate difficoltà scaturite dalla decisione in questo particolare momento. «I cittadini, utenti e operatori della giustizia, - si spiega nella nota - si vedrebbero costretti a recarsi a Napoli, per di più in un periodo di pandemia, aumentando così i rischi di contagi, sopportando ingenti spese e costi di trasferta per controversie di modico valore economico, ma non di non minore importanza rispetto alle altre. A ciò va aggiunto - continuano i consumatori - che il disagio riguarda anche i dipendenti di uffici pubblici dell'Isola (Comuni, Polizia di Stato, Carabinieri, Autorità marittime) e testi da escutere, dal momento che questi sarebbero costretti ad assentarsi dal lavoro per un intera giornata, con dispendio di risorse che in un periodo come quello attuale sono essenziali per il controllo del territorio. Tale situazione, se portata ad estreme conseguenze  - conclude Boniello - è grave ed inaccettabile, in quanto negherebbe una normale condizione di vita tra cittadini in relazione ad un diritto come quello di accesso alla giustizia, principio garantito costituzionalmente». 

Sulla vicenda si sono subito mobilitati anche i sindaci dei comuni di Capri e di Anacapri, Marino Lembo e Alessandro Scoppa, che hanno inviato una lettera al presidente del Tribunale di Napoli, al presidente della Corte di Appello, al Procuratore della Repubblica e al Consiglio forense. I sindaci fanno presente che la decisione assunta provocherà effetti «irrimediabilmente destinati ad avere natura dirompente non solo con riguardo al contenzioso pendente e potenziale, ma, finanche, rispetto al compimento di attività essenziali per coloro che vivono sul territorio isolano e riscontrabili nell'accesso all'ufficio per il giuramento di perizie, la richiesta del casellario giudiziario ed ogni altra attività di pertinenza di un piccolo ufficio giudiziario, da oltre 20 anni operante a Capri. In ragione di quanto osservato - aggiunge la nota dei sindaci - si confida in un riesame della vicenda, evitando ogni forma di chiusura ancorché temporanea dell'Ufficio del Giudice di Pace di Capri». 

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La chiusura dell'Ufficio giudiziario di Capri ha provocato anche la ferma protesta dell'associazione degli Avvocati dell'Isola di Capri. Il presidente Mario Coppola parla di «ingiustificabile soppressione» e paventa la «definitiva chiusura, lasciando l'Isola sguarnito finanche del Magistrato di prossimità. La decisione del presidente del Tribunale - aggiunge Mario Coppola - è particolarmente grave perché potrebbe significare il punto di non ritorno per il presidio giudiziario isolano, ed appare frettolosa nella sua emanazione, essendosi potute sondare altre soluzioni possibili per la prosecuzione dei servizi dell'Ufficio del Giudice di Pace». 

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Il Mattino