«Le ragioni del sindaco? Anticostituzionali. Il rifiuto alle riprese non riguarda gravi motivi di ordine pubblico, ma i contenuti stessi della serie. Insomma, si tratta di...
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Nelle settimane scorse la troupe ha fatto sopralluoghi nel rione Gescal di Acerra, soprannominato Congo. «In particolare, è piaciuto il ballatoio-corridoio di un edificio che ha un’architettura un po’ labirintica, adatta per alcune scene», precisa Gaetano Di Vaio, che con la sua associazione «Figli del Bronx» è partner produttivo della seconda stagione della serie. «Ma non è detto, poi, che il regista sceglierà proprio quella location. Se lo farà, chiederemo il permesso e speriamo che il sindaco e la Giunta decidano senza pregiudizi. Molti non capiscono che noi portiamo lavoro nei quartieri degradati in cui entriamo per le riprese e possibilità di riscatto per tanti giovani. Io stesso, che conosco il carcere, proprio grazie a «Gomorra» sono riuscito a cambiare vita e ora produco il film di Gaudino, con Valeria Golino, che sarà nel concorso principale della prossima Mostra di Venezia». E Tozzi: «Quando entriamo in un quartiere, non lo mettiamo a soqquadro, ma portiamo lavoro e ricchezza a beneficio della gente del luogo. Con il sindaco di Acerra potremmo anche ingaggiare un braccio di ferro, ma non lo faremo, perché abbiamo deciso di agire in modo diverso. Se continuerà a rifiutarci, vuol dire che andremo da un’altra parte».
Analogo incidente avvenne qualche mese fa ad Afragola, per alcune riprese – negate – nel rione Salicelle. «Be’- conclude Di Vaio – abbiamo risolto il problema girando in alcuni terreni privati». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino