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Napoli è all'ultimo posto su 36 grandi città europee nella classifica su mobilità urbana e qualità dell'aria della campagna Clean cities, promossa da ong, associazioni e think tank ambientalisti tra cui Legambiente, Cittadini per l'aria e Kyoto club, transport and environment. E anche le altre metropoli italiane analizzate sono a fondo classifica: Milano al 20esimo posto; Torino al 23esimo e Roma al 32esimo. «Le città italiane potevano uscire dalla pandemia trasformate in meglio: meno inquinamento dell'aria, meno auto in circolazione, più bici e trasporto pubblico. Purtroppo non hanno raccolto la sfida e spesso hanno fatto passi indietro», afferma Claudio Magliulo di Clean cities Italia.
Anche le città più virtuose non sono state promosse a pieni voti e sono lontane dal raggiungere una mobilità a emissioni zero entro il 2030. Oslo che è al primo posto della classifica, ha un punteggio solo del 71,5%, Amsterdam è seconda con il 65,5%.
Alcune città europee hanno dimostrato che «si può reinventare lo spazio urbano nel tempo di una stagione», osserva Magliulo: Parigi, al quinto posto, «ha ad esempio investito nella riduzione drastica del traffico veicolare e nella promozione della mobilità pedonale e ciclistica». Il responsabile mobilità di Legambiente, Andrea Poggio, rivolge un appello ai sindaci: «Misuriamoci con l'obiettivo di dimezzare auto e inquinamento e raddoppiare tram e treni, fermare i diesel e promuovere elettrico, biciclette e monopattini, ridisegnare e ridurre la velocità a 30 km/h nell'80% delle strade».
La presidente di Cittadini per l'aria, Anna Gerometta, aggiunge: «Le mappe dell'inquinamento da biossido di azoto di Milano, Roma e Napoli dipingono città dove il traffico la fa da padrone». La responsabile mobilità di Kyoto club, Anna Donati, conclude che «Questa è la dura lezione per le amministrazioni comunali italiane: serve visione, coraggio e determinazione costante».
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