A Ischia esplode la guerra dei taxi: «Siamo pronti allo sciopero»

A Ischia esplode la guerra dei taxi: «Siamo pronti allo sciopero»
ISCHIA. A volte tornano in piazza, come un boomerang che arriva dal passato. Sono le polemiche ultratrentennali che, in maniera strisciante o più evidente, attraversano il...

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ISCHIA. A volte tornano in piazza, come un boomerang che arriva dal passato. Sono le polemiche ultratrentennali che, in maniera strisciante o più evidente, attraversano il variegato mondo dei taxi. Un servizio che è di nuovo in fibrillazione, dopo una sfilata di protesta organizzata l’altro giorno. Tra disagi trasversali che colpiscono i titolari di licenza e migliaia di utenti, in uno scenario di trasporti pubblici rovinato, dopo decenni di eccellenza, dal tracollo dell’Eavbus, il sistema è ingessato sul piano territoriale da antiche regole ferree, divise per Comuni di competenza: un tassista che si sposta da Sant’Angelo al porto d’Ischia deve rientrare «a vuoto» alla base, senza alcuna chance di stazionamento, ad esempio.




Vincolo che fa pendant con le tariffe ghiacciate dal 2007, eppure sempre infuocate dalle considerazioni «poco tenere» di molti turisti che le considerano esose o folli; per una prassi di aggiramenti e prezzi ad personam, in una giungla di chilometraggi e oasi pedonali, di divieti, percorsi netti e impossibili linee rette e corrette. Quelle degli auspicati comportamenti dei singoli operatori; e delle amministrazioni locali che fanno spesso finta di nulla, con eccezioni periodiche. I sei enti locali sembrano ignorare – è uno dei nodi cruciali – che i minibus esercitano una concorrenza sleale, per un comparto che tradizionalmente è frazionato e diviso, in un contesto di vivaci confronti che avvengono sempre in piazza. I problemi sono molti; e l’unità comincia a far rima con la forza, anche se quella di martedì scorso è stata definita come una «camminata pacifica», una mobilitazione simbolica per comunicare lo stato di ansia in cui il comparto in queste ore si sta dibattendo.

Prelude forse a un gesto eclatante in concomitanza con l’incremento delle esigenze dei turisti: allora sì che l’idea di sciopero può trasformarsi in realtà. La voce diffusa è che ci si trovi di fronte a una situazione «fuori controllo», che impone un tavolo di concertazione su ampia scala, anche se è nel Comune capoluogo che la querelle ha superato i toni di guardia. «I mancati controlli sui noleggi da rimessa che si sostituiscono al nostro lavoro, con la complicità dei portieri d’albergo, mentre dovrebbero partire dai garage con un voucher e il foglio di viaggio, rappresentano una questione seria», sottolinea Pasquale Ottaviano, presidente del Sitan, sindacato nazionale dei tassisti. «Lunedì alle 10 avremo – aggiunge - un incontro con l’assessore Rosanna Ambrosino e il comandante dei vigili urbani, Giovangiuseppe Pugliese. Se non ci sarà una svolta, sono pronto ad avviare la procedura per proclamare lo sciopero generale di categoria».



Sullo sfondo si ha però l’impressione di una percezione un po’ datata dei cambiamenti in atto, altrove, ma non lontano. Dall’utilizzo di auto o carrelli elettrici per i centri urbani: lo si ipotizza a Lacco Ameno con la nascita di una cooperativa come avviene a Sant’Angelo, voluta da commercianti e albergatori che, tra l’altro, stanno puntando pure al «car sharing», sempre con veicoli elettrici; al taxi collettivo o al fenomeno – è in continuo aumento – «Uber» che utilizza autisti con vantaggi spalmati. In gioco c’è l’organizzazione del lavoro, la lotta agli abusivi, e l’offerta di un servizio al passo coi tempi. Tempi moderni, per dichiarare l’arrivo dei quali non è bastato rinunciare ai tradizionali taxi ricavati dagli «Ape Piaggio» (qualcuno è ancora in circolazione), che sono impressi nella memoria folclorica e sulle cartoline d’epoca. La sfida è solo all’inizio.
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Il Mattino