I buchi neri dell'assistenza

I buchi neri dell'assistenza
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 Può accadere che un bel mattino un professionista della medicina estetica, con ben evidenti sulla parete un diploma di laurea ed un diploma di specializzazione, si autodefinisca idoneo alla cura dei tumori del seno. La legge glielo permette e l’atto chirurgico di asportazione del tumore può anche essere eseguito magistralmente. Ma poi la paziente si trova sola, abbandonata a se stessa e fuori da tutti i complessi e moderni protocolli diagnostici e terapeutici che oggi accompagnano e si associano alle terapie chirurgiche in campo oncologico.

Questo è uno dei tanti casi che motivano la drammatica variabilità dei dati relativi a risultati e sopravvivenza delle procedure terapeutiche in Campania, scientificamente riportati da Maria Pirro sull’edizione di ieri del Mattino. Il Presidente De Luca si trova di fronte il grosso problema di promuovere un piano sanitario regionale proiettato verso il futuro ma che soffre all’origine di tutte le disfunzioni e disorganizzazioni che si sono cronicizzate negli ultimi decenni.

Se è vero da un lato che la Riforma Sanitaria approvata nel 1978 lascia libero il cittadino di scegliersi il medico e l’ospedale che preferisce, è altrettanto vero che tutti i settori della medicina si sono ultraspecializzati, per cui l’esperienza ed i risultati di un centro che si è aggiornato sono ben diversi da quelli che si verificano in un centro che si è fermato o che, ancora peggio, parte senza esperienza.

Affidarsi ad una struttura che ha impiantato mille stent coronarici è ben più rassicurante che affidarsi ad una struttura che si accinge ad impiantarne il primo. I tumori, l’infarto, lo stroke, l’oncologia pediatrica, le malattie genetiche, le degenerazioni cerebrali dell’età senile, le malattie incurabili del sistema nervoso centrale e periferico richiedono strutture di alta specializzazione che concentrino in esse professionalità, strumentazioni e ricerca.


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Il Mattino