I grillini napoletani provano a rilanciare lo spirito ribelle degli esordi. Per tornare quelli di un tempo, iperattivi e propositivi, dopo un lungo periodo di appannamento e lotte...
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In molti nel Movimento hanno il timore che oggi possano presentarsi alcuni dei 23 attivisti espulsi e poi reintegrati provvisoriamente nel luglio del 2016 con apposita ordinanza di un giudice che accolse il loro appello contro l'espulsione dovuta alla creazione di un gruppo autonomo sui social. La loro partecipazione creerebbe un certo imbarazzo, anche se il Meet-Up è un soggetto diverso dal Movimento, formalizzato in alcune regole stringenti che i diretti interessati hanno contestato. Il contenzioso con Grillo e Casaleggio è ancora aperto: la prossima udienza è fissata per martedì 5 dicembre ed è meglio avere cautela.
Di sicuro non hanno alcuna voglia di sottostare alla clausola di riservatezza con cui è stato chiesto loro dal «Capo» di non rilevare quanto deciso dal giudice in aula evitando così che le ragioni alla base del loro reintegro fossero rese note sui social network e sui giornali. Fico, quindi, avanza - anche senza esplicitarlo - come il fulcro del «nuovo» Movimento pentastellato che vuole stare sui problemi quotidiani, radicarsi sul territorio, ambire a rappresentare un'alternativa competitiva non come alle ultime comunali dove sono riusciti soltanto ad eleggere due consiglieri. Motivo per cui, come anticipato da Il Mattino due mesi fa, Fico sta pensando di non ricandidarsi alla Camera, di restare fermo un giro e guardare altrove: una decisione maturata in estate e fortificata dopo la rinuncia a candidarsi contro Di Maio. L'annuncio del ritiro da parte di Alessandro Di Battista lo ha però «bruciato» e sta ancora riflettendo sul da farsi. Entro Natale verrà ufficializzata la sua posizione che prelude alla candidatura per il dopo de Magistris.
La scorsa settimana nella riunione nella terza Municipalità aveva invitato a occuparsi di temi concreti come «il dissesto idrogeologico, la dispersione scolastica, la viabilità e il problema dell'inquinamento». L'obiettivo è promuovere un continuo confronto in città - in chiave antisindaco - sulle tematiche specifiche delle Municipalità e in generale di Napoli. «La democrazia, la salvaguardia del territorio e dei beni comuni, i progetti per la vita della collettività partono anche da qui, da quei momenti di partecipazione in cui una comunità di cittadini si incontra, si confronta, discute del proprio futuro», la sua filosofia. Però il Movimento è cambiato. Troppo rigido, secondo alcuni. Troppo a destra, secondo i fedelissimi di Fico. Necessario quindi aggiornare le modalità di partecipazione e costruzione di una strada per un futuro neanche troppo lontano. Proprio in tema di MeetUp, i pionieri hanno fatto notare come ci sia stata la fusione con «WeWork che è un network mondiale di sedi, idealmente sarebbero quelle dove realizzare poi gli incontri organizzati sulla app meetup, che però in Italia non ha nessuna affiliazione e quindi questo potrebbe significare la fine dell'era meetUp». Lo spirito ribelle di un tempo, come detto, vogliono recuperarlo. «Resta la storia e resta la filosofia del meetUp e quella è patrimonio personale di tante persone».
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Il Mattino