«Zio Paolo, Noi e i caf». Codici e affari, svelati i conti segreti delle piazze della droga Guarda

All'origine di tutto ci sono le «palle bianche» (cocaina) e «nere» (eroina), poi c’è il kobret, con una contabilità a parte. Le sostanze vengono divise per le piazze:...

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All'origine di tutto ci sono le «palle bianche» (cocaina) e «nere» (eroina), poi c’è il kobret, con una contabilità a parte. Le sostanze vengono divise per le piazze: «scialè», zio Paolo (Paolo di Lauro), caf (sono i cafoni che gestiscono le zone di vendita della provincia Nord), e infine «Noi», cioè gli stessi scissionisti, gli uomini del clan. Segue l'elenco degli capi che hanno acquistato le dosi per rivenderle: attraverso Topo, Gallina, Mariarca, Kiat, Cirotto, Bombolone, Pupata e centinaia di altri nomi scorre un fiume di droga e di denaro.


Il bilancio del business viene rintracciato nei covi dell'organizzazione: pacchi di denaro  incellofanati con ordine, sopra c'è una scritta: è il «marchio» della provenienza. Mentre il «linguaggio segreto» delle piazze di spaccio, quello utilizzato negli anni d'oro a Scampia, tra le due faide di camorra, lo rivelano gli investigatori della squadra narcotici, al lavoro nel palazzo della questura di Napoli: loro hanno interpretato gli otto fogli recuperati nel nascondiglio di Raffaele Stanchi (all’epoca contabile del clan, poi morto ammazzato). E quelli che si vedono nella fotogallery (qui sotto) sono le copie mai mostrate del libro dei clan.
 


Secondo i loro calcoli ogni piazza incassa 430 mila euro al mese a cui, però, bisogna detrarre le spese, cioè gli stipendi per le famiglie dei detenuti, l’acquisto delle armi, il compenso dei killer, dei pali e delle vedette. E i costi degli affitti, dell’acqua, della luce, del gas, del meccanico e pure del fabbro, chiamato a rialzare le fortificazioni dell'anti-Stato ogni volta che le forze dell’ordine organizzano un blitz.
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Il Mattino