Pompei. Profughi a lavoro tra le domus, scoppia il caso Pompei: i custodi non li vogliono come colleghi. Il direttore generale del Parco Archeologico, Massimo Osanna, apre le...
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«Un’iniziativa a dir poco biasimevole che offende i giovani disoccupati italiani - continua Pepe - che vedono sottrarsi la possibilità di ottenere un posto di lavoro e vanificarsi la speranza di formare una propria famiglia. È indubbio che il patrimonio culturale, storico archeologico di Pompei, rivesta il ruolo di 'motore' per lo sviluppo occupazionale del territorio vesuviano e in futuro e, non prima, anche ad altri. Gli italiani disoccupati sono tanti, ed è proprio e sopratutto nel rispetto di questi ultimi che è innanzitutto necessario tutelarli e garantirgli un futuro. Dobbiamo imparare prima a risolvere i problemi di 'casa nostra' e poi occuparci degli altri, onde evitare discriminazioni che alimentano sempre più razzismo e delinquenza. Tuteliamo le famiglie italiane che lottano contro la fame tutti i giorni, e poi, magari troviamo una sistemazione adeguata anche per i profughi. Per dare risposte concrete bisogna favorire subito nuove assunzioni agli italiani. Noi - conclude Pepe - come sindacato siamo favorevoli a iniziative per la realizzazione di un programma occupazionale ma non daremo giustificazione a chi innesca una guerra tra poveri, tra proprietari ed ospiti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino