POMPEI - I mendicanti minacciavano i clienti locali a luci rosse del 79 dopo Cristo. Le lamentele dei frequentatori del Lupanare erano così tante da indurre i gestori...
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La scritta, appunto, venne trovata dipinta su un pilastro di una caupona situata accanto al Lupanare, nell’omonimo vicoletto. Come pare ovvio, l’osteria era area di sosta e di gozzoviglia per la varia umanità che il postribolo frequentava o aveva intenzione di visitare. Spesso i nullafacenti vi sostavano in attesa di poter racimolare cibo, danaro o solo per sentire e raccontare storie sulle specializzazioni delle prostitute o sui loro clienti, al caldo, d’inverno. E fu così che il gestore dell’attività, ritrovandosi la taverna piena di improbabili avventori che poco facevano correre assi e sesterzi, fu costretto a scrivere, in bella vista, l’avvertimento minaccioso. O «Scarrafune» che si aggira tra le antiche vestigia continua ad infiammare il popolo dei social. Continua, dunque, la rubrica «Have», ovvero «Salute a chi trase», che il giornalista e scrittore Carlo Avvisati cura per conto del Parco Archeologico di Pompei. I graffiti, i tituli picti e le scritte musive, trovate a Pompei in quasi 3000 anni di scavi, tradotti in napoletano dallo studioso Carlo Avvisati. Ogni 15 giorni vengono scelti i più belli e interessanti per meglio comprendere la vita civile e politica di una cittadina romana del I secolo dopo Cristo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino