«Tranquilli, le antenne non sono pericolose». Parola di Emilio Villacidro, rappresentante del team di progettazione incaricato dalla Inwit (società del gruppo...
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«I permessi che abbiamo ottenuto – proseguono gli ingegneri - ci mantengono molto al di sotto dei limiti previsti dalla legge italiana che è una delle più restrittive a livello europeo. L’impianto che abbiamo progettato prevede l’orientamento delle antenne e l’altezza alla quale esse verranno istallate a quote che sono state appositamente scelte per non andare minimamente ad invadere gli spazi dove c’è permanenza abitativa da parte delle persone».
«Andrebbe poi fatto un inciso – conclude Villacidro - rispetto a quelle che sono le preoccupazioni delle persone rispetto all’uso del telefonino individuato quale oggetto sensibile. È l’uso improprio di quest’ultimo a rendere sensibile la variazione del campo elettromagnetico all’interno di un’ambiente».
«La necessità di aumentare il numero di antenne presenti sul territorio è dettata dalle nuove esigenze tecnologiche», spiega Valerio Panelli, responsabile dell’ingegneria dell’azienda preposta alla progettazione delle antenne di via Giustiniano. «Le proteste vanno in contrapposizione con il progresso tecnologico che tanto si decanta. In Italia si parla di Industria 4.0, di smart cyties, di tutto ciò che riguarda la connettività delle auto, degli oggetti, eccetera. Per fare questo che è la preponderante richiesta di mercato odierna è necessario migliorare le infrastrutture tecnologiche wireless. La popolazione manifesta contro la realizzazione di queste infrastrutture in controtendenza alle sue stesse abitudini. Parliamo di una fetta di popolazione che richiede tecnologia, richiede banda, velocità di navigazione, applicazioni social e fa file lunghissime nei negozi per comprare smartphone di ultima generazione quando poi per poterli utilizzare al meglio c’è bisogno delle infrastrutture che non vogliono». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino