Il sindaco di Castellammare: «Lavoro e investimenti per sconfiggere i clan»

Il sindaco di Castellammare: «Lavoro e investimenti per sconfiggere i clan»
«Il Comune si costituirà parte civile contro chi ha fatto finire di nuovo Castellammare di Stabia in copertina per storie di camorra». Un danno d'immagine...

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«Il Comune si costituirà parte civile contro chi ha fatto finire di nuovo Castellammare di Stabia in copertina per storie di camorra». Un danno d'immagine ed economico alla città: così Gaetano Cimmino, sindaco di centrodestra eletto a giugno dello scorso anno, considera il falò «anti-pentiti» dell'Immacolata al rione Savorito, per il quale il tribunale di Napoli - su richiesta della Dda - ha emesso tre misure cautelari.


L'inchiesta dell'Antimafia dipinge un intero quartiere in mano ai clan. Un pezzo di città dove comanda la camorra.
«L'operazione contro quei criminali è un fatto positivo, vuol dire che quando le forze dell'ordine si muovono i risultati si vedono. In quel quartiere la camorra c'è, come in altre zone di Castellammare, perché negli anni sono mancate le istituzioni. Con la mancanza di lavoro, sono i motivi per cui la camorra trova terreno fertile. I cittadini vedono nei clan chi dà loro una risposta».
 
Dunque le istituzioni si erano mosse poco in precedenza?
«Sono in carica da 8 mesi. E ho un compito: difendere il Comune dagli appetiti dei clan. Con maggiore trasparenza, con gare a evidenza pubblica ed evitando affidamenti diretti. Anche per i piccoli appalti, quelli da 30-40 mila euro. Perché è la somma finale che conta».
Perché vi costituirete parte civile nell'inchiesta sui falò?
«È un obbligo del primo cittadino. Anche per salvaguardare le ricchezze e le risorse che Castellammare ha, ma che per colpa dei criminali non vengono considerate».
È innegabile, però, che oltre al Savorito altre zone della città - da Scanzano a Ponte Persica all'Acqua della Madonna - siano storicamente in mano ai clan.
«Tutte zone dove, se riflettiamo senza fare demagogia, non è mai stata fatta prevenzione, oppure dove le forze dell'ordine sono intervenute solo per casi eclatanti. Bisogna coinvolgere i ragazzi con iniziative, toglierli dalla strada. Poi c'è sempre il problema del lavoro. Lo dice anche la risposta al concorso pubblico».
Dodicimila domande per 21 posti al Comune.
«Da 35 anni non si faceva un concorso pubblico a Castellammare. C'è fame di lavoro, qui a parte la Fincantieri le grandi aziende hanno chiuso tutte. La disoccupazione aumenta. E se, ad esempio, le opere di Marina di Stabia fossero state completate anni fa come da cronoprogramma, di sicuro le attività turistiche e ricettive avrebbero portato altra occupazione. Opere bloccate, come l'housing sociale al Savorito».
Il rione del falò?
«Era previsto un investimento da 63 milioni, circa duecento alloggi dovevano essere demoliti e ricostruiti (e dovevano essere riqualificati parchi e strade, ndr). Furono trovati i finanziamenti, ma il bando è andato deserto. Se ci fossero stati investimenti di riqualificazione del tessuto urbano, anche altrove, probabilmente la camorra sarebbe stata debellata».
Non solo falò: almeno in tre occasioni le vie stabiesi sono state sbarrate, senza autorizzazione, per le esibizioni dei neomelodici. Cosa ha provato davanti a certe scene?
«Sono fenomeni senza regole che dovrebbero scomparire. Ma in alcune zone non ci sono occasioni o feste di quartiere programmate e i capiclan si sostituiscono alle istituzioni. Quando abbiamo programmato la festa dell'Immacolata in villa comunale, con il concerto di Enzo Avitabile, c'erano quindicimila persone».
Il giorno dopo il falò la marcia anticamorra fu un flop. La sua spiegazione?
«Fu poco pubblicizzata, per questo non ci fu molta partecipazione. Organizzeremo in primavera una marcia che coinvolgerà gli studenti e un dibattito sulla camorra. Da due mesi è aperto lo sportello antiracket, vicino alla Cassa armonica. In locali che prima erano chiusi».
L'ex sindaco Pannullo parla di «legame insano» al Comune «tra politica, camorra e imprenditoria». E dall'operazione Olimpo, con 13 arresti, viene fuori un quadro fosco.
«Ho già querelato Pannullo. Ho messo in campo il piano anticorruzione. Abbiamo revocato l'appalto, che era stato prorogato per anni, a una ditta. Abbiamo avviato un'operazione di trasparenza tra i dipendenti del Comune, con il casellario giudiziale. Se dall'operazione Olimpo emerge che in passato c'erano ditte in odore di camorra che lavoravano con il Comune non può essere imputato a me che sono in carica da pochi mesi, ma ai compagni di Pannullo che hanno governato per anni».
Nel prossimo futuro di Castellammare potrebbe esserci la rinascita delle Terme e degli scavi di Stabia, oltre a una probabile balneabilità e al ritorno degli chalet. Tanti investimenti, uguale rischio di altre infiltrazioni dei clan?

«Per quanto mi riguarda, tutte le gare saranno a evidenza pubblica. E ci sarà sinergia con l'Anac e con la Procura. Il sindaco da solo non può alzare uno scudo. Ci vuole il concorso di tutte le istituzioni».
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Il Mattino