È scivolato nella voragine apertasi venerdì sera una parte del fabbricato al civico 26 di via Lava. Per fortuna nessuno è rimasto coinvolto nel crollo....
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Una donna anziana si è sentita male. «Non è solo la struttura esterna che sta collassando, ma tutto quello che c'è dentro, le cose materiali ed i nostri affetti» ha urlato un'altra donna tra le lacrime. Ora nella zona, sottoposta a sequestro dalla magistratura, inizieranno una serie di indagini esplorative, per capire cosa abbia provocato la voragine di venerdì sera, che ha rivelato la presenza di una grossa cavità. «Pur trattandosi, ancora una volta, di un fenomeno verificatosi in aree private, a tutela della pubblica e privata incolumità, chiederemo il dissequestro temporaneo dell'area su cui lo stabile insiste per procedere ad indagini geognostiche, che consentano di circoscrivere l'entità del fenomeno, per meglio indirizzare gli interventi da porre in essere» fa sapere il sindaco Aurelio Russo.
È il terzo crollo che interessa il centro storico, dopo via Giannangeli a novembre 2017 e via padre Antonini ad agosto 2018, tanto da indurre il sindaco a dichiarare lo stato di emergenza. L'ente ha già provveduto a diverse rilevazioni nel sottosuolo, soprattutto per verificare se i cedimenti siano da imputare ad un dissesto di natura idrica. Ma i risultati dell'ultima indagine, giunti proprio in questi giorni, escluderebbero questa ipotesi.
Il censimento delle cavità nel sottosuolo cittadino è datato anni 80, circa sessanta quelle individuate. Per verificare lo stato di alcune, sottostanti alle abitazioni, il sindaco ha emanato un'ordinanza, ma solo una parte delle persone coinvolte ha ottemperato alla prescrizione. È necessario comprendere se sia operato con attività edilizie inadeguate e se vi siano altre motivazioni, che vengano direttamente dal sottosuolo. Proprio in questi giorni i tecnici del comune hanno predisposto un progetto per richiedere al governo uno stanziamento di sei milioni di euro, per intervenire sul sottosuolo. Un nuovo censimento delle cavità è quanto chiede il consigliere di Dema-Agorà Giuseppe Italia che nota «le troppe similitudini tra i tre crolli e la fondata possibilità di una causa comune». In ogni caso Italia richiama la delibera dello stato di emergenza «di cui non abbiamo ancora visto i frutti», precisa, e che ritiene che vada rinforzata «per avere un sostegno economico concreto».
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Il Mattino